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Il mercato dell'arte in Italia, presente e futuro tra gallerie e televisione; vediamo qualche proposta, se esiste.

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Messaggio Da Notaio Mer 24 Dic 2014, 00:07

Il mercato dell'arte in Italia si sta spingendo in modo irreversibile verso dei limiti che lo stanno trasformando in una bomba pronta ad esplodere.
Gli artisti top sono diventati irraggiungibili, quelli piccoli stanno annaspando nell'anonimato.
In mezzo ci sono tantissimi inseriti nelle fasce nella terra di nessuno che attendono di salire o di finire definitivamente nell'oblio.

Le gallerie, in gran parte non sanno più gestire le carriere degli artisti giovani, puntano solo sugli artisti over 70 o già morti. Ormai prevale l'autogestione da parte di moltissimi artisti che spesso muoiono nel totale anonimato perchè sbagliano tutto e non essendo gestiti dai galleristi squali finiscono nell'oblio.

In mezzo a questo massacro di carriere sempre più disastrate, la televisione, con in testa gli Orler, che hanno scelto di lavorare in conto vendite senza rischiare più con contratti in esclusiva, sta iniziando a segnare il passo.
La Cagnola ha fatto peggio riciclandosi fittiziamente in due società satellite della prima telemarket, dove fingono da una parte di fare concorrenza agli altre gallerie con Starmarket, e dall'altra parte con Cagnola, svendono le opere degli stessi artisti che hanno venduto e svenduto con la società ora chiusa.
Altre realtà televisive stanno alla frutta e vivacchiano con trasmissioni sempre più scadenti o vicine alla liquidazione di chiusura azienda.

Leggo spesso di iniziative da parte dell'associazione dei galleristi, tutte tese a riformare il niente.
Un ammasso di scemenze e di proposte senza senso, che sanno tanto di politichese futile.
Il governo Italiano ha ben altro a cui pensare che all'arte, non toglieranno mai il diritto di seguito appena introdotto da pochi anni, non aumenteranno mai il limite del diritto di notifica delle opere d'arte fissato a 50 anni.
Le agevolazioni fiscali in materia stanno contraendosi sempre più con una filosofia fiscale restrittiva che volge al medioevo, mentre quasi tutto il mondo punta all'opposto verso la liberalizzazione dei dazi e delle gabelle per attrarre capitali.

Alla fine dei giochi, le piccole gallerie sono destinate a morire con sopravvivenze all'osso, quelle medie forse riusciranno a restare vive ma con quali margini, quelle grandi vivranno bene grazie solo ai nomi di fascia top, ma dovranno stare molto attente e puntare ad aprire filiali all'estero, come già molte stanno facendo.

In mezzo a questo desolante specchietto della società dell'arte Italiana, i nostri pittori, i nostri maestri dell'arte, quelli che sarebbero in grado di insegnare l'arte a mezzo mondo, cosa devono fare?


Preciso che non ho preso in esame l'azione che stanno svolgendo le case d'asta, le uniche che non risentono della crisi, di loro ci occuperemo separatamente visto che hanno deciso di giocare sporco inserendosi tra gallerie e televisione, giocando nel mercato degli altri con regole molto discutibili a discapito dei mercanti tradizionali.
Le case d'asta non possono aiutare il mercato dell'arte, possono solo sfruttarlo come hanno sempre fatto.


Riflettete su quello che sta succedendo e fornite, se esiste, una soluzione verso cui potrebbe puntare la legislazione italiana per aiutare il nostro mercato dell'arte e per far apprezzare i nostri talenti all'estero prima che l'ultimo degli imbianchini dell'asia o delle americhe ci venga proposto come l'artista verso cui puntare per investire i nostri soldi.
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Messaggio Da salvo Mer 24 Dic 2014, 09:18

Notaio domani ne parlo con Renzi poi ti informo sulle novità ! Very Happy
My father mi diceva! Di fronte alla forza la ragione non conta!! Very Happy
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Messaggio Da axis Mer 24 Dic 2014, 10:21

salvo ha scritto:
My father mi diceva! Di fronte alla forza la ragione non conta!! Very Happy

Non conta neppure di fronte alla stupidità.
E con tutta quella che ce n'è in giro...

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"La salvezza dell'uomo risiede nell'arte, non nel mercato".
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Messaggio Da Morgan Mer 24 Dic 2014, 10:48

Lo Stato dovrebbe defiscalizzare gli acquisti delle opere d'arte. Il diritto di seguito secondo me dovrebbe essere applicato solo sulle opere che escono dallo studio dell'artista con relativa fattura ed archivio. In questo caso si eviterebbe la circolazione di opere non autentiche e assurde attese per avere uno straccio di autentiche o archivi. Poi per difendere le quotazioni degli artisti, le Gallerie forti dovrebbero magari attuare una sorta di cartello, nel senso che tutte quante dovrebbero difendere gli artisti di un certo livello e a meno di certe cifre non vendere. Questa e' un po' utopia. E poi sempre le Gallerie dovrebbero difendere gli artisti quando vanno in asta. E' inutile negarlo, ma il mercato ormai si sta spostando verso le aste, i collezionisti stanno capendo che sta finendo il periodo dove strapagavano le opere nelle televendite o nelle Gallerie. Per questo l'unico modo per difendere gli artisti e' quello che chi e' forte deve difendere Il mercato. Faccio un esempio. Una volta negli speciali di Nunziante facevano quasi il tutto venduto. Ora mi sembra che nell'ultimo speciale ci siano parecchi invenduti. E poi bisogna vedere se le prenotazioni andranno a buon fine. Pensate che l'ultimo invenduto di Nunziante non abbia influito? Secondo me si. Immaginate se invece di fare l'invenduto quell'opera alla Meeting avvesse fatto 40.000 euro. Sono sicuro che lo speciale sarebbe andato benissimo. Lo Stato se ne frega del mondo dell'arte. Non e' capace a sfruttare tutto quello che c'e' in Italia, tra poco verra' commissariata Pompei e questo e' tutto dire. Solo i mercanti di un certo valore possono difendere gli artisti ed il mercato. Investendo e non pensando solo a vendere aria fritta...

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Messaggio Da salvo Mer 24 Dic 2014, 11:02

axis ha scritto:
salvo ha scritto:
My father mi diceva! Di fronte alla forza la ragione non conta!! Very Happy

Non conta neppure di fronte alla stupidità.
E con tutta quella che ce n'è in giro...

ho sempre detto che in italia rispetto all estero il 95% sono dei dilettanti che circuiscono il cliente per portare a casa il pane a fine mese! artisti (che si reputano professionisti) compresi! tutti lavoriamo per vivere ma il professionismo e la programmazione seria e' altra cosa! ovviamente parere personale!
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Messaggio Da Morgan Mer 24 Dic 2014, 13:24

Salvo ha ragione...purtroppo la mancanza di professionalita' e serieta' manca in tutti i settori...

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Messaggio Da salvo Mer 24 Dic 2014, 13:36

Morgan ha scritto:Salvo ha ragione...purtroppo la mancanza di professionalita' e serieta' manca in tutti i settori...

negli altri settori non sono d accordo morgan,siamo l elite della moda,della cucina,della produzione del vino,l arte e' molti passi indietro e con lei chi se ne occupa! Very Happy
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Messaggio Da Notaio Sab 27 Dic 2014, 19:32

Nell'ottica delle novità in materia di arte e fisco, il nostro caro ministro dei beni culturali (Mibact) Franceschini, ha introdotto qualche novità che vi inserisco proprio qui, dove tra diritto e fisco, possiamo mettere in evidenza le anomalie di un comparto tanto sacrificato come quello dell'arte.
Diciamo che il nostro ministro è un ottimista nato, e vedremo nel giro di 12 mesi quanti avranno aderito a questa iniziativa disposta dal Dl 83/2014.

La notizia è recente, riguarda un beneficio riconosciuto a chi finanzi iniziative legate al mondo della cultura e dell'arte, dove in cambio dei soldi i cittadini ricevono dei crediti d'imposta.
Eccovi l'articolo del 17 dicembre 2014, pubblicato sul sole 24 ore.

L'Art Bonus diventa operativo: istituito il codice tributo dall'Agenzia delle Entrate.

E' tutto pronto per compensare, tramite F24, i crediti d'imposta relativi alle erogazioni liberali in denaro effettuate tra il 2014 e il 2016, a sostegno della cultura, come ad esempio le somme donate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici. L'Agenzia delle Entrate ha, infatti, istituito il codice tributo ''6842'' che consentirà di fruire dell'Art Bonus, fortemente voluto dal ministro del Mibact Dario Franceschini. Ne dà notizia la stessa Agenzia. Possono beneficiare dell'Art Bonus sia le persone fisiche che quelle giuridiche, a patto che abbiano effettuato delle erogazioni liberali tramite pagamenti tracciati, dunque mediante bonifici bancari o postali, carte di credito, di debito o prepagate, o ancora, con assegni circolari o bancari. Il Bonus, precisa la nota, consiste in un credito d'imposta pari al 65% per le somme erogate nei periodi d'imposta 2014 e 2015, mentre per quelle che si pagheranno nel 2016 scenderà dal 65 al 50%. Comunque, il credito d'imposta non potrà oltrepassare determinati limiti: per le persone fisiche e gli enti che non svolgono attività commerciale, il 15% del reddito imponibile, mentre per i titolari di reddito d'impresa, il 5 ‰ dei ricavi annui.

Le erogazioni devono avere destinazioni specifiche, come appositamente individuate dalla norma (Dl 83/2014). In particolare, a beneficiare dell'agevolazione sono le somme donate per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, quelle per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica, tra i quali, per esempio, musei, biblioteche e parchi archeologici. Infine possono beneficiare dell'Art-Bonus anche le erogazioni destinate a realizzare nuove strutture o il restauro di quelle esistenti se appartenenti a fondazioni lirico sinfoniche o a istituzioni pubbliche che operano nello spettacolo senza fini di lucro. L'estensione dell'Art Bonus al sostegno delle Fondazione lirico sinfoniche e dei Teatri di tradizione è il frutto dell'approvazione nella legge di stabilità in commissione Bilancio del Senato dell'emendamento Marcucci, votata ieri. “L'estensione dell'Art Bonus è un grande risultato, frutto della piena collaborazione tra Governo e Parlamento” ha commentato Franceschini “Con questa modifica – prosegue Franceschini - sarà possibile utilizzare il credito d'imposta del 65% non solo per i finanziamenti a favore della realizzazione di nuove strutture o il restauro di quelle esistenti, ma anche per i finanziamenti alle produzioni di queste importanti realtà dello spettacolo dal vivo. L'emendamento del presidente Marcucci, che ha avuto il pieno sostegno del Governo, potenzia la portata dell'Art Bonus, fa compiere un ulteriore passo in avanti nel rapporto virtuoso tra pubblico e privato nella cultura e avvicina il conseguimento della piena autonomia delle Fondazioni lirico sinfoniche”.



Concludo sottolineando che non c'è ancora alcuna proposta concreta che preveda di allungare i tempi del diritto di notifica, unico balzello esistente al mondo solo in Italia, portandolo come minimo da 50 a 70 anni.
Ricordatevi se avete opere realizzate nel 1965, che fra 4 giorni, le opere saranno soggette a vincolo statale per alienazione e esposizione al di fuori del territorio italiano.
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Messaggio Da Notaio Mer 16 Set 2015, 00:02

Con la notizia postata in altro post aperto dall'amico Gerry, dove si comunica a tutti che chiude starmarket, nata dalla ceneri di telemarket, con una liquidazione per cessata attività, possiamo dire che il fenomeno della chiusura progressiva delle attività legate al mondo delle televendite dell'arte sta sicuramente aumentando e non è una buona notizia.
Vedremo se rinasceranno nuovamente o punteranno tutto sulla cagnola, vendite in conto vendite, ma soprattutto vendite finte di opere in conto terzi, in realtà prese dal magazzino di casa ex-telemarket.
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