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La fine dell'arte in Italia se passa la proposta di tassazione delle plusvalenze sulle opere d’arte

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Messaggio Da Notaio Mer 25 Ott 2017, 00:10

Apro un argomento relativo ad una proposta inserita nell'ultimo Ddl del governo, che davvero spero non possa avere seguito vista la gravità delle conseguenze che potrebbe avere sul mondo dell'arte in Italia.
I nostri brillanti politici stanno per ammazzare un altro settore primario dell'economia.

Vi cito l'articolo trovato in rete, poi potranno aprirsi le riflessioni che credetemi sono infinite e lo capirete leggendo cosa si prospetta.


Dalle prime indiscrezioni sul Ddl di bilancio sembra emergere la volontà del governo di disciplinare la tassazione delle opere d’arte con la finalità di ricavare risorse da un mercato potenzialmente molto ricco. Così le cessioni, da parte di privati, di oggetti d’arte, d’antiquariato e da collezione entrerebbero nella manovra. Le plusvalenze derivanti da queste cessioni, sino ad oggi escluse dalle categorie reddituali o meglio incluse nei redditi diversi (articolo 67 del Tuir) se «derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente», sarebbero sempre sottoposte a imposta, con due alternative.

Una analitica, attraverso l’imposizione della «differenza tra il corrispettivo percepito nel periodo d’imposta, al netto dei costi».
In pratica si assoggetta a Irpef il capital gain secondo gli scaglioni progressivi: se consideriamo il più alto, il 43%, con un prezzo di acquisto di 100mila euro e di vendita di 200mila, la tassazione del 43% risulterebbe pari al 21,5% del prezzo di vendita, cioè 43mila euro.

L’alternativa forfettaria è l’applicazione dell’Irpef sul 40% del prezzo di vendita: se sul deal da 200mila euro si applica l’aliquota marginale del 43%, l’imposizione forfettaria risulterà il 17,2%, cioè 34.400 euro. Dunque se il prezzo d’acquisto è inferiore al 60% del prezzo di vendita converrà la soluzione forfettaria. Nel caso di acquisto per successione o donazione si prevede di assumere come costo quello dichiarato ai fini dell’imposta di successione o il costo del donante (è esclusa l’imposizione per valori sotto i 10mila euro). La norma è presentata come “interpretativa” e dunque si applicherebbe in modo retroattivo, in contrasto con lo Statuto del contribuente.

Infine vi è l’ipotesi di riduzione dell’Iva sull’importazione e sulle cessioni dall’autore dal 10% al 5% allineando l’Italia ai regimi di Francia, Regno Unito e Germania. A quanto risulta al «Sole» l’articolato sottoposto dal Mef al Mibact non ha trovato appoggio e molte sono state le critiche degli addetti ai lavori.

Se non siete svenuti, ditemi cosa ne pensate di questo provvedimento che al momento è stato inserito nel DL della manovra che dovrà essere ancora approvato alle camere. Speriamo capiscano in tempo i danni che stanno per fare.
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Messaggio Da gerardo Mer 25 Ott 2017, 09:54

a rOMA SE DICE" CORETEME APPRESSO"!!!!!!!!!
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Messaggio Da axis Mer 25 Ott 2017, 10:05

A titolo di cronaca, la retroattività potenziale è di cinque anni di imposta.
Con sanzioni "ridotte" per chi si ravvede!!
Siamo nell'incostituzionalità pura.
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Messaggio Da axis Mer 25 Ott 2017, 10:07

Notaio, rendi onore a chi ti ha reso edotto di questo disegno malefico.
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Messaggio Da salvo Mer 25 Ott 2017, 10:23

Caro Gerry tutte le plusvalenze che hai fatto con i tuoi quadri soprattutto con nunziante lo stato te le tassa!!!!
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Messaggio Da axis Mer 25 Ott 2017, 10:25


Che oscenità, faranno saltare per aria anche questo settore dopo quello delle macchine di lusso e quello della nautica.
La gente ormai compra solo per investimento (vero o falso che sia) e questo era l’unico ramo in cui se ogni tanto guadagnavi qualcosa (peraltro dopo molti anni, difficile parlare di operazioni speculative…) scampavi alle tasse.
Ora nessuno comprerà più nulla.
Chiuderanno gallerie.
Chiuderanno case d’asta.
Verranno licenziate persone.
Aumenterà il nero da persona fisica a persona fisica e secondo me pure le gallerie si presteranno a fare intermediazione in nero – gli ex conto vendita – per richiesta del cliente e non loro.
Il risultato complessivo sarà una perdita di gettito superiore al previsto incasso.
E gente ridotta alla fame.
Esattamente come successo con i superbolli diesel negli anni 80
E con i megabolli auto benzina
E con la nautica.
Lo stato ormai mira solo ad impoverire la gente, a costo di perderci soldi pure lui, solo per dispetto.
Ma la portata della norma è deflagrante, riguarda pure l’antiquariato, la gioielleria e chi più ne ha più ne metta.
Anche loro ne risentiranno nella stessa misura, come non fossero già nella c… fino al collo da anni.
Ora lo stato ti tassa pure le vendite di mobili…
Ma non si presume che tuo bisnonno quando li ha comprati ci avesse già pagato le tasse???

L’aspetto assolutamente delirante è la retroattività per tutti gli anni ancora accertabili, ben cinque, ma ancora peggio, con sanzioni ridotte.
Si era del tutto legittimati a non dichiararli (se le operazioni restavano nella occasionalità, naturalmente) e adesso retroattivamente non solo piazzano imposte sberla ma pure sanzioni? E’ incostituzionale.
Questi sono dei pazzi furibondi che non si rendono conto di ciò che fanno, oppure sono veramente d’accordo nel farci finire tutti in miseria.
Con la norma in questa versione siamo di fronte ad una nuova patrimoniale, questa volta su beni mobili. Quando si dice la fantasia al potere.

Dal punto di vista prettamente tecnico mi concedo questa chiosa: la norma è veramente scritta a c…, voglio proprio vedere come calcolano il costo di acquisto del bene da successione, visto che in successione c’è un regime forfettario al 10% sui beni mobili e riguarda tendenzialmente una pluralità di beni usualmente non inventariati, quindi neppure identificabili con certezza (possono essere addirittura non esistenti, in quanto l’aumento del 10% sull’asse ereditario si applica in automatismo)...

Avessero almeno messo la franchigia di una vendita all’anno, money no object.
Ma tassare già la prima se superiore ai 10.000,00! Adesso tutti faranno figurare vendite a 9.000 piuttosto che a 13.000, insomma lo stato ti porta al nero. Oppure deprime profondamente il mercato, per cui preferirò io vendere 9.000 un bene che potrei vendere a 13.000!!!
E’ veramente brutto essere governati da maramaldi.

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Messaggio Da salvo Mer 25 Ott 2017, 10:49

scratch scratch ho un dubbio se vendo un quadro e ci rimetto lo stato mi rimborsa?o e' come le srl se guadagno lo stato vuole la meta' se vado male fallisco io!! scratch scratch
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Messaggio Da axis Mer 25 Ott 2017, 10:53

Sempre più difficile tirar fuori un margine di guadagno!
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Messaggio Da axis Mer 25 Ott 2017, 12:06

salvo ha scritto:scratch scratch ho un dubbio se vendo un quadro e ci rimetto lo stato mi rimborsa?

Certo, come no, ti riconosce apposito credito di imposta per il bidone preso, da utilizzarsi per più fortunati successivi acquisti.
:-)
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Messaggio Da gerardo Mer 25 Ott 2017, 13:16

Penso che alle prossime elezioni,Salvini prenderà una barca di voti.
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Messaggio Da Giuseppe77 Mer 25 Ott 2017, 15:22

gerardo ha scritto:Penso che alle prossime elezioni,Salvini prenderà una barca di voti.

di sicuro il mio.
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Messaggio Da axis Mer 25 Ott 2017, 21:41

Aggiornamento: ne stanno ancora discutendo, facile che avvenga qualche limatura.
Sono convinto che toglieranno la retroattività; spero pure che limitino la plusvalenza alle operazioni speculative, con rivendita entro il quinquennio, come avviene nell'immobiliare.
Place your bets, le scommesse sono aperte.
Qui il link all'articolo del sole 24 ore:

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/arteconomy/2017-10-24/manovra-2018-sull-arte-molti-contro-e-qualche-pro-133225.shtml?uuid=AEtZaauC
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Messaggio Da Notaio Gio 26 Ott 2017, 00:19

axis ha scritto:Notaio, rendi onore a chi ti ha reso edotto di questo disegno malefico.

Sei stato tu a darmi questa notizia terrificante che da diversi giorni mi sta facendo vergognare di stare in un paese di politici simili che capiscono di economia come io di fisica nucleare.
Speriamo che ci sia questa revisione con lo stralcio del provvedimento, perchè le conseguenze sarebbero veramente terrificanti in tutti i settori del collezionismo, dagli orologi ai tappeti, dai mobili antichi ai gioielli, dalle opere d'arte della pittura alla scultura, per finire con i francobolli e le monete.
Tutto sarebbe difficile, quasi impossibile.
Hai illustrato bene gli scenari possibili e c'è sicuramente da credere che queste tue valutazioni non siano state prese minimamente in considerazione, quando hanno deciso di inserire questo provvedimento nel Ddl per spillare altri soldi agli Italiani.

In ogni caso l'articolo del sole 24 che hai postato illustra egregiamente quello che è successo e quello che sembra potrà succedere.

La frase più bella dell'articolo è questa:
"Fortunatamente la posizione contraria del Mibact fa comprendere come lo stesso collezionismo privato sia alla base di molte attività legate ai nostri musei (prestiti, comodati, mostre ecc..) e una fuga delle collezioni d'arte private dall'Italia farebbe perdere a tutti un patrimonio culturale diffuso e parte significativa della fruizione pubblica."

Diciamo che se non si capisce una mazza di qualcosa, forse è meglio farla fare a chi ne capisce qualcosa, perchè chiudere la porta dopo che i buoi sono scappati non serve più a nulla. Spaventare la gente serve solo a smettere di credere in quel settore.
Se già Sotheby's ha ridotto in Italia le sessioni d'aste in un anno a due sole, e Christie's a una sola, che cosa stanno cercando di fare queste menti illustri, far chiudere del tutto case d'aste e gallerie, facendo spostare il mercato del collezionismo al di fuori del paese delle banane?

Magari il prossimo provvedimento lo faranno sul mercato delle auto usate, delle moto, così bruciano un altro settore, e fanno saltare tanti altri posti di lavoro.
Anche lì non si pagano tasse sui ricavi dell'usato. E mettiamocelo un balzellino anche qui.
Non ci sono prospettive ad investire in Italia, e per la linea di politica economica che sta da tempo prendendo la nostra politica, prima o poi faranno pagare le plusvalenze anche sulle trombate mettendo le accise sui preservativi.
In Italia siamo abituati a protestare a parole senza poi fare nulla. Dovremmo imparare dai francesi che quando protestano lo fanno seriamente bloccando il paese, a partire dalle strade, non aspettando che le cose dipendano da provvedimenti presi da incompetenti, creando situazioni anticostituzionali come quello sulla tassazione retroattiva.
Abbiamo la pressione fiscale più alta del mondo, e ogni giorno dobbiamo sentire menzogne sul fatto che la stanno riducendo.
Questi hanno come unico obbiettivo quello di spremerci sempre, mandarci in pensione come dice Gerry con il pannolone, quando mancheranno pochi anni alla fossa e non potremo neanche goderci i contributi versati. Poi fregarci ancora con la successione e poi con le tasse anche da morto per il diritto di stare in cimitero.

Ecco questo è l'effetto che mi ha fatto leggere la notizia che mi hai mandato l'altro giorno al telefono, sono leggermente contrariato.......
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Messaggio Da Notaio Sab 18 Nov 2017, 18:18

Il provvedimento folle è stato eliminato dal decreto legge, un barlume di luce è emerso dal buio delle mente di tanti politici che in modo folle e scriteriato stavano mettendo in piedi una norma per rastrellare soldi creando panico in tutto il collezionismo privato italiano.

E' chiaro che la questione è solo rimandata e la regolamentazione prima o poi arriverà magari facendo solo del danno.
Le problematiche sono e restano incentrate su questi temi:
- definire la tassazione delle plusvalenze con franchigie sui valori e calcolo forfettario che non possa essere retroattivo neppure di un giorno dall'approvazione della norma;
- definire in modo chiaro la defiscalizzazione delle minusvalenze, sempre più frequenti nel mercato dell'arte, considerate le volte in cui i collezionisti perdono soldi tra l'acquisto delle opere e la loro successiva vendita. Se vendo un'opera durante l'anno e perdo denaro rispetto a quello speso per acquistarlo, devo poter compensare la minusvalenza con la plusvalenza eventualmente effettuata nello stesso esercizio finanziario per la vendita di un'altra opera.
- definire in modo responsabile e intelligente il regime iva sulle importazioni, troppo alto in Italia rispetto ai paesi del mondo che attraggono molto più facilmente capitali e collezionisti.
- definire i limiti di definizione del costo delle opere da cui partire per stabilire i limiti di tassazione, determinando tutta una serie di casistiche serie che possano stabilire il modo in cui questo valore iniziale possa essere identificato o meno. Dalla donazione alla successione.

Servirà tanto buon senso, equilibrio e competenza per partorire una riforma che però a questo punto dovrà ricalcare la tassazione degli immobili, limitando la tassazione agli scambi che avvengono entro i 5 anni dall'acquisto. Decorso il quinquennio decadono le plusvalenze.


Un'articolo apparso sul sole 24ore il 1° novembre 2017, riassume bene queste problematiche, ve lo pubblico:

Capital gain sull’arte: il dibattito è aperto

Partiamo dai fatti. All'inizio della scorsa settimana la prima bozza della Legge di bilancio conteneva un paio di interventi di impatto sul mercato dell'arte e in cui, tra l'altro si prefigurava la tassazione delle plusvalenze maturate nelle cessioni di opere d'arte tra privati oltre che alla riduzione dell'aliquota Iva sull'importazione delle opere e sulle vendita da parte degli autori e dei suoi eredi. La prima parte, quella interpretativa dell'art. 67.1.i del TUIR ha gettato immediatamente nel panico collezionisti e operatori di un settore che ha visto il frangente come un assalto alla diligenza. Nella seconda bozza di articolato a metà settimana tutto questo è scomparso. Sempre in settimana il dibattito si è aperto, in modo anche acceso in alcune circostanze. ArtEconomy24 ha chiesto a Franco Broccardi, dottore commercialista esperto di fiscalità dell'arte, partner BBS-Lombard e membro del gruppo di lavoro Economia e Cultura presso il CNDCEC, da dove bisogna ripartire: “Al di là del fatto che parlare di questa proposta specifica è quindi un po' parlare del nulla, visto che al momento non c'è contezza di un nuovo intervento e che la proposta poi ritirata è sembrata raffazzonata, mal scritta e forse in alcuni suoi aspetti perfino illegittima, rimane un punto fondamentale su cui probabilmente sarebbe ora di soffermarsi seriamente: la mancanza di un sistema e di norme che regolino con certezza un mercato grande e fragile e che meriterebbe, date le potenzialità non ancora espresse se non addirittura represse, certezze normative e agevolazioni mirate.

Oggi le cessioni di opere d'arte tra privati sono sottoposte a tassazione?
Il tutto parte da una confusione sulle leggi in cui gli aspetti discrezionali, oltre che una certa dose di sordità selettiva sulle norme, hanno fatto credere che le cessioni di opere d'arte tra privati siano una sorta di prateria in cui correre felici senza il giogo fiscale a frenarci. Ma non è esattamente così. Proprio l'assenza di norme in un campo in cui non è vero che non esiste materia imponibile tout court lascia mano libera alle interpretazioni, al sospetto, a tutto quel modo deleterio di gestire le questioni fiscali. Il dibattito feroce emerso in questi giorni dimostra come il settore necessiti, per la sua crescita, di una riflessione sulle norme e sulla creazione di un sistema coordinato e ispirato alla crescita.

Cosa sarebbe necessario fare?
In particolare, nella creazione di un quadro normativo chiaro a cui dovranno contribuire gli Ordini dei Commercialisti e quello degli Avvocati, il MIBACT e l'Agenzia delle Entrate dovrebbero avere a cuore già alcuni punti entro cui gli operatori del settore possano agire con certezza.

Quali?
La tassazione delle plusvalenze, eventualmente con un metodo di calcolo forfettario e comunque non penalizzante e che abbia ben chiaro il messaggio dell'art 9 della Costituzione, avendo cura di ricomprendere nel quadro anche le minusvalenze in cui collezionisti non poco frequentemente incorrono; agevolazioni per le opere sulle quali abbia manifestato la dichiarazione di interesse bloccandone l'esportazione; un'eventuale detassazione delle plusvalenze reinvestite in altre opere al fine di creare un volano e un incentivo al mercato; un meccanismo premiante per i prestiti destinati a una fruizione pubblica mentre oggi questo è, al contrario, visto dall'Agenzia delle
Entrate come uno dei fattori di valorizzazione che fa presumere un'attività
commerciale ancorché occasionale in caso di rivendita successiva.

E l'Iva?
L'eterna richiesta di diminuzione dell'aliquota Iva sull'importazione delle opere (apparsa fugacemente nella bozza di legge di bilancio) così come una riflessione sulle aliquote sulle operazioni ordinarie che rendono l'Italia un paese
certamente poco attrattivo nel panorama internazionale. Il dibattito è aperto e i tempi stretti.
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