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La mostra al Museo di Capodimonte sulla Napoli del Seicento e il suo pittore. Luca Giordano, dalla Natura alla Pittura (8 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021)

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Messaggio Da Angela Castorelli Sab 10 Ott 2020, 18:09

Luca Giordano (1634-1705) vive in una Napoli, scrive Biagio de Giovanni nel suo testo in catalogo della mostra "Luca Giordano dalla natura alla pittura", in programma fino al 10 gennaio prossimo, invitata dall'arrivo di Cartesio a ripensare il rapporto tra magia e scienza, tra un luogo "naturalis" dove l'uomo non era al centro di nulla e uno dove restava avvinghiato al proprio potere e centralità. In un Museo di Capodimonte nel pieno delle potenzialità, che ospita in questi giorni ben cinque mostre e incoraggia a visitare anche il parco urbano più grande d'Italia e gratuito, una mostra ideata dal direttore Sylvain Bellenger e curata da Stefano Causa e Patrizia Piscitello accompagna a considerare, scoprire o riscoprire il "pittore di Napoli", Luca Giordano. Proprio lui, quel signore dai lunghi capelli mossi, naso a becco, occhi piccoli da miope e gli occhiali pince-nez disegnati in faccia-quasi come i baffi sulla Gioconda-nel ritratto del Pio Monte della Misericordia: il selfie realizzato da Giordano nel 1692.

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Messaggio Da Notaio Sab 10 Ott 2020, 19:58

Ciao Angela, benvenuta nel forum della bellezza nell'arte.

Ti ringrazio dell'apertura del post sull'artista Luca Giordano, una bellissima mostra che sarebbe bello visitare di persona. Intanto vi posto video e foto.

Posto qui il link ufficiale del museo di Capodimonte.
In questo link trovate pubblicate le immagini dell'inaugurazione, la conferenza stampa e le foto delle opere nelle sale esposte.

http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/portfolio_page/luca-giordano-dalla-natura-alla-pittura/


Il video di una selezione delle cento opere esposte



e il link dell'intervista al curatore della mostra Stefano Causa



Luca Giordano, San Michele Arcangelo sconfigge gli angeli ribelli 1657
siglato: LG – Olio su tela; 375×280
Napoli, Chiesa dell’Ascensione a Chiaia

La mostra al Museo di Capodimonte sulla Napoli del Seicento e il suo pittore. Luca Giordano, dalla Natura alla Pittura  (8 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021) Giorda10
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Messaggio Da Angela Castorelli Lun 12 Ott 2020, 18:16

Grazie di cuore per tutte le bellissime immagini, il video-intervista e gli approfondimenti!!! A questa imperdibile Mostra "La Repubblica" di venerdì scorso 9 ottobre ha dedicato un articolo a sua volta davvero molto bello, a firma di Stella Cervasio, che ci ragguaglia innanzitutto di come la mostra sia stata, l'anno scorso, al Petit Palais: "Luogo difficile, la Francia, per Giordano, che tra l'altro si fece pagare dei quadri che poi non dipinse", racconta Stefano Causa, "un talento che abbiamo coinvolto e con il quale lavoreremo ancora e spesso", ha annunciato Bellenger, il direttore del Museo. Un'ottantina di opere quelle esposte a Napoli, in un allestimento che fa riferimento al "Giordano da camera"; ma, dagli affreschi al dipinto da altare di grandi dimensioni al quadro che oggi il collezionista tiene in casa, "Luca fa presto", come lo battezzarono per l'attività incessante (2.000 opere gli sono attribuite, ma potrebbero arrivare a 5.000 quelle che dipinse) riempì il mondo (del suo tempo) dei suoi lavori. Dieci sezioni nello spazio che appare amplificato dalla presenza delle opere di quello che Causa definisce "un visionario" e vede più in contrapposizione che in continuità con Caravaggio, pur passando per Ribera. In realtà Giordano guardava tutto e tutti, dietro quei suoi curiosi occhiali, e ciò che dipinse lo testimonia: a volte sfugge uno stile unico, il "timbro" di un artista, che sembrava onnivoro e innamorato di mani diverse, come quelle dei pittori veneti, che nelle balaustre, negli intrecci dei capelli delle donne mitologiche e anche nell'abbondanza delle forme femminili, oltre che nell'uso degli ori, si nota in più punti. Sconfinati e difficili da vedere sotto luci che aiutano meglio la vista dello spettatore, i quadri "discesi" dall'alto delle pareti delle chiese di Napoli, come "San Michele Arcangelo sconfigge gli angeli ribelli" dell'Ascensione a Chiaia, l'"Estasi di Sant'Alessio" da Santa Maria delle anime del Purgatorio ad Arco, e gli altri già affidati a Capodimonte da altri templi. Molti i prestiti da Madrid (Prado e Escorial), ma Causa stana da musei di centri francesi come Nantes opere come la "Visione di San Domenico che si eleva al di sopra delle umane passioni" ("uno dei quadri napoletani più importanti del secondo Seicento, conservato in terra di Francia"). Tanti gli spunti perchè varie sono anche le tematiche trattate da Giordano: mitologiche, bibliche, letterarie e storiche. Citazioni dai curatori sulla "peste" odierna da cui siamo affetti, con il "San Gennaro intercede per la peste del 1656", che al centro in basso ci ricorda le mascherine (o, come le ha chiamate scherzosamente Causa, le "bautte veneziane") che indossiamo. E per non dimenticare, ci sono anche i corpi esanimi e biancastri di Micco Spadaro e i sempre straordinari bozzetti di Mattia Preti delle collezioni di Capodimonte. In una Wunderkammer che ricorda a tutti che Napoli fu la città anche di Ferrante Imperato, cercatore di meraviglie (esistenti in natura, e non metafisiche), Lucia Arbace-che fa anche lei ritorno a Capodimonte come Causa, dopo anni di lavoro per l'arte in Sardegna e Abruzzo-accosta, su ipotesi del curatore, l'artista di maioliche Carlo Antonio Grue e il prolifico maestro "accostamento inedito e per nulla scontato", scrive Arbace. La sorpresa è la sala finale, da qualche mostra in qua affidata come una scala magica a Stefano Gargiulo con la sua Kaos Produzioni. Non si può descrivere, come le opere di Giordano bisogna vederla. La creazione dello spazio fino alla sua stessa implosione è la guida a questa installazione multimediale che fa venir voglia di sedersi nell'angolo di maggiore visuale ed entrare, come Alice, nel mondo di Giordano. Un mondo di affreschi nelle chiese napoletane, messe in rapporto, come tutto a Napoli, con la strada e chi la popola. San Martino con un gatto squama di tartaruga che adocchia un teschio, Santa Brigida dove Giordano è sepolto, dove la Madonna sull'altare "prende la scossa"; la barocchissima San Gregorio Armeno e i Girolamini. Il sacro, con i canti gregoriani e l'odore di incenso vero, i dissacranti specchi si dispongono nello spazio intorno a un "votivo" centrale dove le candele si accendono verso un cielo che appare dal soffitto proiettato sulla testa del visitatore. Tanti diavoli nelle opere delle sezioni precedenti, e qui la stanza degli angeli dolcissimi dipinti da Giordano.

Angela Castorelli

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Messaggio Da Notaio Lun 12 Ott 2020, 23:54

Bella questa frase.

"Luca fa presto", come lo battezzarono per l'attività incessante (2.000 opere gli sono attribuite, ma potrebbero arrivare a 5.000 quelle che dipinse) riempì il mondo (del suo tempo) dei suoi lavori.

Se Giordano fu chiamato Luca fa presto, chissà come dovrebbero chiamarsi Picasso con oltre 60 mila pezzi e Wharol con stampe multiple in serigrafia, ha superato i 100mila pezzi.
Quello dipingeva semplicemente, era bravissimo, un vero talento. Gli altri hanno sfruttato le tecniche moderne di riproduzione multipla.
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