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Un falsario che non ti aspetti; Michelangelo Buonarroti

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Un falsario che non ti aspetti; Michelangelo Buonarroti Empty Un falsario che non ti aspetti; Michelangelo Buonarroti

Messaggio Da Notaio Mar 25 Nov 2014, 00:37

Per la serie del genere, lo dicevo io che i falsari attuali hanno avuto abili maestri, vi posto una notizia che soprenderà parecchi di voi.

Anche Michelangelo Buonarroti era un falsario e lo faceva spudoratamente anche per motivi economici, insomma chi oggi falsifica opere d'arte arriva tardi in questa poco nobile arte.

Cliccate qui per leggere la notizia ufficiale

http://www.orticaweb.it/falsario-che-ti-aspetti-michelangelo-buonarroti/

Ecco l'articolo.
Dietro ogni bravo falsario di opere d’arte, si nasconde sempre un vero artista. La Storia è piena di personaggi che si sono calati talmente tanto nello spirito degli artisti che imitavano, da produrre opere di qualità eccelsa. Un esempio significativo è il grande falsario olandese Han van Meegeren, ritenuto dai critici contemporanei un pittore mediocre, ma che realizzò meravigliose opere inedite, naturalmente false, del grande pittore Vermeer. Durante la sua lunga carriera, van Meegeren ingannò i massimi esperti mondiali e riuscì a vendere i suoi dipinti, ritenuti indiscutibilmente autentici, addirittura al capo delle SS, Heinrich Himmler, al numero due del regime nazista, Hermann Goering, e ai maggiori musei del mondo. Durante un processo a suo carico, Han van Meegeren non riuscì a trattenere il suo orgoglio di artista e gridò: “Io ero Vermeer…”, stroncando così la carriera di molti esperti d’arte che avevano sostenuto l’autenticità dei dipinti in suo possesso. Un’altra beffa storica fu quella ideata da tre studenti livornesi, che scolpirono, con un trapano Black & Decker, una falsa testa di Modigliani. Come ricorderete, molti eminenti esperti d’arte e la stessa direttrice del Museo Progressivo di Arte Moderna di Livorno, Vera Durbè, la giudicarono meravigliosa ed assolutamente autentica. Ne potremo elencare molti di episodi simili, ma in una di queste storie di falsari c’è un falsario che non ti aspetti: il più grande artista di tutti i tempi, Michelangelo Buonarroti. L’attività di falsario del divino Michelangelo, che fu comunque circoscritta al solo periodo della sua giovinezza, è sufficientemente documentata, anche se il tutto è avvolto nel solito alone di leggenda che rende difficile accertare con sicurezza questa sua particolare produzione artistica. Il Buonarroti esercito la sua abilità di falsario soprattutto nella scultura, anche se si narra che, ancora tredicenne, ingannò il suo maestro di pittura, Domenico Ghirlandaio, sostituendo con una sua copia un dipinto originale del suo insegnante. Il primo esempio documentato di un suo falso è la statua del Cupido dormiente, scolpita all’età di venti anni. Michelangelo frequenta in quei anni la famosa Scuola del Giardino di Firenze, una specie di accademia voluta dalla famiglia Medici, dove Lorenzo il Magnifico accoglieva giovani artisti promettenti, e dove venivano collezionate molte sculture dell’antichità classica. In questa scuola, Michelangelo, sotto la guida del maestro Bertoldo di Giovanni, imparò a scolpire le statue avendo come modello i busti e le teste dei marmi antichi. Fu proprio per dimostrare la sua bravura e che non aveva più nulla da imparare dagli scultori del passato, che Buonarroti scolpi il Cupido dormiente. Un’opera meravigliosa che, dopo essere stata invecchiata artificialmente con una prolungata sepoltura, fu venduta a peso d’oro al cardinale Raffaele Riario, che la credette un originale greco-romano. Ma allora Michelangelo era veramente un ignobile falsario che sfruttava la sua bravura per ingannare i ricchi collezionisti dell’epoca? C’è chi pensa di si, e ne parleremo dopo, ma vogliamo credere che fu solo una sua sapiente strategia per emergere come artista e per farsi conoscere al mondo dei grandi mecenati romani. Come la storia ci insegna, solo le benevole critiche dei grandi esperti d’arte possono elevarti al rango di grande artista, e lui seguì proprio questa strada per farsi conoscere nella Roma papalina. Fece in modo che uno dei più grandi collezionisti d’arte dell’epoca, Jacopo Galli, giudicasse autentica e di splendida fattura la sua statua del Cupido, consigliando il suo acquisto al cardinale. Come sperato, quando fu scoperta la beffa, e dopo che lo stesso Michelangelo confermò che la statua era opera sua, si diffuse velocemente a Roma la fama della sua abilità di scultore, e lo stesso cardinale Riario, nonostante fosse stato truffato, lo volle conoscere personalmente. Anche Jacopo Galli lo volle con se a Roma per commissionargli alcune statue per la sua collezione e per favorirlo in diversi incarichi provenienti dal mondo vaticano. Quindi, dopo quel falso, la carriera di Michelangelo decollò velocemente. Dopo solo un anno, il cardinale francese Jean de Bilhères gli commissionò quello che è uno delle maggiori capolavori della storia dell’arte mondiale: la Pietà vaticana. Da quel momento il genio di Michelangelo fu universalmente riconosciuto. Voglio terminare proponendo un’altra interpretazione, meno nobile, della natura del Michelangelo falsario. Una studiosa americana, Lynn Catterson, ricercatrice alla Columbia University, sostiene, in alcuni suoi articoli, che l’attività di falsario di Buonarroti aveva solo uno scopo economico. Afferma che le statue antiche valevano molto di più di quelle contemporanee, e quindi artisti dotati come Michelangelo preferivano realizzare e vendere falsi piuttosto che scolpire opere originali. Alla ricerca di uno scoop, la Catterson afferma addirittura che il meraviglioso gruppo scultoreo del Laooconte, sicuramente uno dei più importanti dell’antichità, attualmente posizionato nel cortile del Belvedere in Vaticano, non è una copia romana di un originale greco, ma fu scolpito intorno al 1506 dallo stesso Michelangelo. Questo vuole dire che, secondo la Catterson, Buonarroti continuò la sua attività di falsario anche dopo aver scolpito la Pietà, arricchendo ancora per molti anni, in modo illecito, il suo conto in banca.
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