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La crisi delle gallerie

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Messaggio Da axis Mer 30 Mar 2016, 22:32

Secondo una ricerca di ArtEconomy24, nel 2015 si sono perse per strada 511 gallerie, più di un quinto di quelle esistenti all’inizio dell’anno.
Fate un po' voi...
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Messaggio Da gianabo Mer 30 Mar 2016, 23:00

Frattanto sul canale 123 nuova televendita: Arte & Bellezza.
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Messaggio Da Notaio Mer 30 Mar 2016, 23:57

Ho trovato in rete un articolo con un interessante indagine incentrata sul perchè le gallerie d’arte chiudano nonostante il mercato dell'arte cresca.

La perdita di centinaia di gallerie è un discreto segnale del momento che stiamo attraversando.

Vediamo nel dettaglio questa indagine a puntate.

La vita degli artisti non è facile, lo sappiamo, ma anche quella dei galleristi sembra essere particolarmente in salita. Nonostante il mercato dell’arte cresca, di anno in anno, a colpi di record, infatti, sono tante le gallerie che stentano a guadagnare e, di conseguenza, a sopravvivere. I dati, d’altronde, parlano chiaro: 4 gallerie su 5 chiudono entro 5 anni e, ogni anno, chiude il 10% delle gallerie con più di 5 anni. Ma qual è il male oscuro che affligge questo settore? Secondo Magnus Resch, autore del libro Management of Art Gallery, uscito in edizione inglese il 25 agosto scorso, il problema sta nel fatto che la maggior parte delle gallerie d’arte sono sotto capitalizzate e gestite in modo inefficiente.

Frutto di un’indagine condotta tra oltre 8000 gallerie attive in Germania, Stati Uniti e Regno Unito, lo studio pubblicato da Resch è il primo nel suo genere e ci aiuta a capire, almeno in parte, come stanno realmente le cose. Dai dati raccolti da questo giovane ricercatore e Art Advisor tedesco, infatti, emerge come il 50% delle gallerie abbia un fatturato annuo inferiore ai 200.000 dollari e un’altro 30% sia addirittura in perdita. Senza parlare del margine di profitto medio che è di appena il 6.5%.


Questa indagine è aggiornata a settembre 2015.
Vi sembra che in questi 6 mesi trascorsi la situazione sia migliorata?

La prima puntata finisce qui.



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Messaggio Da axis Gio 31 Mar 2016, 22:42

Articolo a dir poco sugoso...
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Messaggio Da ennio Sab 02 Apr 2016, 11:14

Non so quanto il mio contributo possa essere positivo, ma oggi il mercato è fatto dalle case d'asta in collaborazione ad alcune ( medio-grandi) gallerie che danno in affidamento opere per diversi motivi:1) Piuttosto che tenere pieno un magazzino pesante a livello fiscale, sono disposte a vendere sottoprezzo,2) favorire in sinergia ad altre gallerie la crescita ( bolla speculativa) degli artisti del "momento". Di conseguenza 3) fare contratti con artisti per far crescere tale bolla. Conosco anche di situazioni dove i galleristi prendono in esclusiva determinati artisti per poi scoprire che gli stessi artisti vanno direttamente alle case d'asta per vendere, sputtanando oltre se stessi, il lavoro del gallerista. Insomma, a oggi gli unici a guadagnarci sono le case d'asta per la percentuale sui venduti, infatti nascono come i funghi. Poi ci sarebbero altre considerazioni ma........... Very Happy

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Messaggio Da salvo Sab 02 Apr 2016, 13:44

purtroppo caro ennio ne abbiamo viste tante anche noi,storielle raccontate per accattivare l attenzione dell ignaro collezionista che si avvicina per passione/amore nei confronti dell'arte,maccanismi malati cui abbiamo assistito in vare occasioni! vero anche riguardo alcuni artisti che il loro "saper fare" ha distrutto quel po di lavoro del gallerista!da collezionista dico compriamo cio' che ci fa felice e ci crea piacere stando attenti alle trappole e le innumerevoli promesse da marinaio! Very Happy
per quel riguarda la chiusura delle gallerie la bolla speculativa agevola alcuni degli addetti ai lavori ma non tutti hanno la forza per rimanere sul carro! chi vivra' vedra'!
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Messaggio Da Notaio Lun 04 Apr 2016, 00:42

ennio ha scritto:Non so quanto il mio contributo possa essere positivo, ma oggi il mercato è fatto dalle case d'asta in collaborazione ad alcune ( medio-grandi) gallerie che danno in affidamento opere per diversi motivi:1) Piuttosto che tenere pieno un magazzino pesante a livello fiscale, sono disposte a vendere sottoprezzo,2) favorire in sinergia ad altre gallerie la crescita ( bolla speculativa) degli artisti del "momento". Di conseguenza 3) fare contratti con artisti per far crescere tale bolla. Conosco anche di situazioni dove i galleristi prendono in esclusiva determinati artisti per poi scoprire che gli stessi artisti vanno direttamente alle case d'asta per vendere, sputtanando oltre se stessi, il lavoro del gallerista. Insomma, a oggi gli unici a guadagnarci sono le case d'asta per la percentuale sui venduti, infatti nascono come i funghi. Poi ci sarebbero altre considerazioni ma........... Very Happy

Grazie Ennio del tuo intervento, alcune delle cose che esponi sono note a molti di noi da tempo, essendo decisamente a conoscenza di trucchetti più o meno leciti tra gallerie, case d'asta e problematiche fiscali che da sempre favoriscono altri paesi che godono di ben altre agevolazioni, vedi iva e diritto di seguito, per iniziare.

E' ben noto il passaggio di parecchie case d'asta all'attività accessoria dei rivali da sempre, cioè quella di gallerista aggiunto nel post asta, sia un evidente sgambetto a chi viceversa non può fare le battute d'asta.

Ma molte gallerie si stanno facendo del male da sole e uno dei problemi in tal senso è il tabù del prezzo che molti galleristi non rivelano se non a clienti esclusivi, come ho riscontrato leggendo un interessante articolo che vi posterò più avanti.

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Messaggio Da Notaio Mar 05 Apr 2016, 00:02

Seconda puntata


Troppe spese per affitto, personale e fiere

Le principali cause di questo quadro tutt’altro che roseo, sembrano essere – a detta degli stessi galleristi intervistati – l’affitto, il costo del personale e la partecipazione alle fiere. Sul primo punto, Resch obietta che i collezionisti vanno dove c’è l’arte e che, quindi, un affitto alto per una galleria in posizione strategica non è una spiegazione convincente. Mentre il discorso dei salari è vero, in particolare, per le gallerie meno redditizie che, spesso, si trovano a spendere tutto il proprio margine di guadagno proprio per pagare i propri addetti non sempre, peraltro, preparatissimi.
Ma sul banco degli imputati salgono anche i rapporti economici tra galleristi e artisti che, mediamente, si suddividono la vendita di un’opera al 50% quando, invece, considerati i costi che una galleria affronta, in termini di marketing, produzione, spedizione e assicurazione, questo rapporto dovrebbe essere vicino al 70/30%. Un capitolo particolarmente dolente è, poi, quello delle fiere d’arte: il loro numero aumenta sempre di più di anno in anno, i costi di partecipazione sono altissimi e i ritorni spesso scarsi.

Come non essere d'accordo su quest'ultima affermazione incentrata sui costi di partecipazione alle fiere, sempre più frequenti ovunque di prima, seconda e terza fascia, le quali progressivamente stanno sostituendo il rapporto diretto che le gallerie avevano prima con i loro clienti.
Sapevate dei margini medi di ricarica necessari per coprire i costi?

Fine seconda puntata
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Messaggio Da Notaio Ven 08 Apr 2016, 00:20

La terza puntata è incentrata sull'offerta poco competitiva da parte di chi gestisce le gallerie.

Se i galleristi puntano il dito sui costi di gestione dell’attività, Resch appare molto critico, invece, nei confronti delle stesse scelte imprenditoriali operate da chi gestisce le gallerie. E come dargli torto quando sottolinea il fatto che la maggioranza delle gallerie d’arte vendono tutte cose simili? Basta fare un giro anche in una delle nostre fiere più blasonate per renderesene conto. Ma al di là della noia che questa offerta tremendamente omogenea genera nei visitatori, il fatto che tutti vendano le stesse cose comporta una competizione su un segmento di mercato estremamente ridotto. Un’offerta più diversificata, suggerisce Resch, aumenterebbe certamente le possibilità di guadagno.

Scelte imprenditoriali a parte – se tutti vendono variazioni della stessa arte è anche perché, spesso, è il mercato a chiederlo -, il vero dramma del settore delle gallerie, sembra essere legato alla loro quasi totale incapacità di comunicare e di fare branding. Guardate qualche sito web di gallerie d’arte, iscrivetevi alle loro newsletter o visitate i loro stand in qualche fiera e capirete di cosa sta parlando l’autore di Management of Art Galleries.
L’impressione che si ha è che questo settore non riesca – o non voglia – innovare il proprio modo di fare business puntando tutto sull’apparenza e, in particolare, continuando a fare di questo mondo una realtà elitaria a tutti i costi. Quando, invece, dovrebbe lavorare per aumentare il loro numero di clienti e per promuovere i propri artisti anche al di fuori dei confini nazionali, se non aprendo nuove sedi, almeno stringendo accordi con colleghi stranieri. Così da ampliare la base di collezionisti di riferimento. Questo, ovviamente, a patto che si creda veramente nei propri artisti e non si segua semplicemente la moda del momento.

Da quanto letto finora, secondo voi quante gallerie in Italia cercano le collaborazioni all'estero aprendo nuove filiali?

E la ripetitività dell'offeta nelle fiere non è forse una triste verità, dove la figurazione sta lentamente scomparendo?

Fine terza puntata
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Messaggio Da salvo Ven 08 Apr 2016, 10:35

nessuna galleria anche importante cerca purtroppo collaborazione all estero(per collaborazione intendo una sinergia tra gallerie per far crescere il lavoro di un 'artista)! piuttosto aprono loro filiali fuori vedi gallerie come Cortesi,mazzoleni,tornabuoni,contini etc


Ultima modifica di salvo il Ven 08 Apr 2016, 12:11 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da salvo Ven 08 Apr 2016, 10:38

il figurativo purtroppo ora non va di moda! Very Happy
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Messaggio Da Notaio Ven 08 Apr 2016, 15:14

salvo ha scritto:il figurativo purtroppo ora non va di moda! Very Happy

In Italia di sicuro. Negli States e in altri contesti la cosa è diversa e spesso la figurazione la fa da padrone. I record assoluti dei quadri più costosi sono quasi tutti figurativi, vedi ultimamente anche Modigliani.

Il problema della qualità delle opere trattate e degli artisti venduti è sottovalutato dalle gallerie.
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Messaggio Da salvo Ven 08 Apr 2016, 15:51

Notaio ha scritto:
salvo ha scritto:il figurativo purtroppo ora non va di moda! Very Happy

In Italia di sicuro. Negli States e in altri contesti la cosa è diversa e spesso la figurazione la fa da padrone. I record assoluti dei quadri più costosi sono quasi tutti figurativi, vedi ultimamente anche Modigliani.

Il problema della qualità delle opere trattate e degli artisti venduti è sottovalutato dalle gallerie.

sicuro se penso ad alex katz affraid affraid
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Messaggio Da gerardo Ven 08 Apr 2016, 18:10

Francis Bacon e Lucien Freud sono figurativi.Così come Haring,Andy Warrhol,e tanti altri che non sembrano avvertire la crisi del figurativo.
E' in Italia che ci sono le mode,le lobbies dei mercanti,che ci propinano sale e tabacchi,alluminio,ferro,legno plastica,ecc.ecc.
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Messaggio Da Giuseppe77 Lun 11 Apr 2016, 14:36

noi purtroppo siamo un tantino provinciali. pensiamo che fissarci sull'informale ci elevi. Evil or Very Mad
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