Storie dell'impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin Treviso, Museo di Santa Caterina 29 ottobre 2016 - 17 aprile 2017
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Storie dell'impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin Treviso, Museo di Santa Caterina 29 ottobre 2016 - 17 aprile 2017
tre mostre in una, nuovo record per Marco Goldin.
prima mostra
Storie dell'impressionismo
I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin,
è il titolo della mostra che segna il ritorno di Marco Goldin a Treviso, città dalla quale era iniziata, quasi vent’anni fa, la sua ascesa. Dal 29 ottobre al 17 aprile 2017 il Museo Civico di Santa Caterina ospita 147 opere: il prestito più consistente dall’Art Institute of Chicago; maestro di riferimento Paul Cézanne.
Si tratta di una rivisitazione dell’Impressionismo che Goldin propone in sei stazioni, secondo una sua personale, più o meno motivata interpretazione critica. A cominciare da quello che considera il precedente: l’evoluzione del ritratto da Ingres a Renoir, passando per l’evidenza corporea di Diego Martelli, effigiato da Edgar Degas. In questa prima sezione, «Lo sguardo e il silenzio», a prevalere è il primo piano o il mezzo busto, su uno sfondo quasi sempre neutro. Tutt’altro respiro, invece, hanno le figure che gli impressionisti collocano in uno spazio aperto (giardino, campo di grano o spiaggia che sia), come chiarisce la seconda sezione «Figure sotto il cielo» con dipinti di Manet, Renoir o Van Gogh. Si pone in apparente contraddizione «La posa delle cose», ovvero il terzo capitolo delle nature morte, condiviso, specie negli anni Sessanta del XIX secolo, da Cézanne, Manet e Fantin-Latour. Segue «Un nuovo desiderio di natura» non più sublimata, ma colta nel suo transeunte manifestarsi tanto nei suoi paesaggi naturali quanto nello sferragliare di un treno, nuovo simbolo della modernità, con il precedente costituito da «La grande onda» di Hokusai. Sono gli anni cruciali del movimento, quelli del teorizzato en plein air. La svolta viene da chi meno te lo aspetti: Monet, che verso gli anni Ottanta dell’Ottocento inizia il quadro all’aperto ma lo completa nel suo studio, concentrandosi su un processo di dissoluzione della forma che trova il suo apice nelle ninfee, ma ha la sua premessa nei «Covoni, effetto di neve» del 1891. Cézanne, invece, la forma la costruisce nella sua geometrica interpretazione del paesaggio, che conclude l’Impressionismo e prelude alla rivoluzione cubista.
cliccate qui per il link ufficiale della mostra dove potete vedere alcune opere ad alta definizione
http://www.lineadombra.it/ita/mostre/storia-dell-impressionismo/impressionismo-la-mostra/progetto/introduzione.php
seconda mostra
composta da tre sole opere: «Venere che sorge dal mare» di Tiziano, «Banchetto di Erode» di Rubens e «Una donna nel letto» di Rembrandt, provenienti dalla Scottish National Gallery di Edimburgo.
Tiziano Vecellio, Venere che sorge dal mare , 1520 circa
olio su tela, cm 15,8 x 57,6
Edimburgo, Scottish National Gallery
Rembrandt van Rijn, Una donna nel letto, 164[7?]
olio su tela, cm 81,1 x 67,8
Edimburgo, Scottish National Gallery
Pieter Paul Rubens, Banchetto di Erode, 1635 - 1638 circa
olio su tela, cm 208 x 264
Edimburgo, Scottish National Gallery
cliccate qui per il link ufficiale della mostra dove potete vedere alcune opere ad alta definizione
http://www.lineadombra.it/ita/mostre/tiziano-rubens-rembrandt/tizianorubensrembrandt-la-mostra/trr-introduzione.php
terza mostra
«Da Guttuso a Vedova a Schifano. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento», una sintesi della pittura figurativa italiana del Novecento dal 1945 al 2000, ossia 55 anni scanditi ciascuno dall’opera esemplare di un autore.
cliccate qui per il link ufficiale della mostra dove potete vedere alcune opere ad alta definizione
http://www.lineadombra.it/ita/mostre/da-guttuso-a-vedova-a-schifano/gvs-la-mostra/gvs-introduzione.php
prima mostra
Storie dell'impressionismo
I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin,
è il titolo della mostra che segna il ritorno di Marco Goldin a Treviso, città dalla quale era iniziata, quasi vent’anni fa, la sua ascesa. Dal 29 ottobre al 17 aprile 2017 il Museo Civico di Santa Caterina ospita 147 opere: il prestito più consistente dall’Art Institute of Chicago; maestro di riferimento Paul Cézanne.
Si tratta di una rivisitazione dell’Impressionismo che Goldin propone in sei stazioni, secondo una sua personale, più o meno motivata interpretazione critica. A cominciare da quello che considera il precedente: l’evoluzione del ritratto da Ingres a Renoir, passando per l’evidenza corporea di Diego Martelli, effigiato da Edgar Degas. In questa prima sezione, «Lo sguardo e il silenzio», a prevalere è il primo piano o il mezzo busto, su uno sfondo quasi sempre neutro. Tutt’altro respiro, invece, hanno le figure che gli impressionisti collocano in uno spazio aperto (giardino, campo di grano o spiaggia che sia), come chiarisce la seconda sezione «Figure sotto il cielo» con dipinti di Manet, Renoir o Van Gogh. Si pone in apparente contraddizione «La posa delle cose», ovvero il terzo capitolo delle nature morte, condiviso, specie negli anni Sessanta del XIX secolo, da Cézanne, Manet e Fantin-Latour. Segue «Un nuovo desiderio di natura» non più sublimata, ma colta nel suo transeunte manifestarsi tanto nei suoi paesaggi naturali quanto nello sferragliare di un treno, nuovo simbolo della modernità, con il precedente costituito da «La grande onda» di Hokusai. Sono gli anni cruciali del movimento, quelli del teorizzato en plein air. La svolta viene da chi meno te lo aspetti: Monet, che verso gli anni Ottanta dell’Ottocento inizia il quadro all’aperto ma lo completa nel suo studio, concentrandosi su un processo di dissoluzione della forma che trova il suo apice nelle ninfee, ma ha la sua premessa nei «Covoni, effetto di neve» del 1891. Cézanne, invece, la forma la costruisce nella sua geometrica interpretazione del paesaggio, che conclude l’Impressionismo e prelude alla rivoluzione cubista.
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seconda mostra
composta da tre sole opere: «Venere che sorge dal mare» di Tiziano, «Banchetto di Erode» di Rubens e «Una donna nel letto» di Rembrandt, provenienti dalla Scottish National Gallery di Edimburgo.
Tiziano Vecellio, Venere che sorge dal mare , 1520 circa
olio su tela, cm 15,8 x 57,6
Edimburgo, Scottish National Gallery
Rembrandt van Rijn, Una donna nel letto, 164[7?]
olio su tela, cm 81,1 x 67,8
Edimburgo, Scottish National Gallery
Pieter Paul Rubens, Banchetto di Erode, 1635 - 1638 circa
olio su tela, cm 208 x 264
Edimburgo, Scottish National Gallery
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terza mostra
«Da Guttuso a Vedova a Schifano. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento», una sintesi della pittura figurativa italiana del Novecento dal 1945 al 2000, ossia 55 anni scanditi ciascuno dall’opera esemplare di un autore.
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