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Testa d'abbacchio di Putin

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Messaggio Da gerardo Gio 24 Feb 2022, 11:16

Non erano sufficientii mercati a tenere basse le quotazioni nel mondo dell'arte,ora ci si mette anche questo gran coglione di Putin!!!
Spero che gli USAsgancino una atomica su Mosca,centovolte piu' potente di quella di Hiroshima.
Forse capira' ? Che ne dite?
Mosca rasa a zero ,il mondo respirerebbe meglio.
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Messaggio Da Notaio Gio 24 Feb 2022, 16:42

Il mondo dell'arte vive di riflesso le conseguenze della politica e delle guerre di potere per il dominio del mondo.
Ricordatevi cosa fece un francese in Italia qualche secolo fa, portandosi via centinaia di opere che ora sono esposte nei prestigiosi musei della Francia.

Nessuno sa con esattezza cosa passi per la testa di un leader politico di una potenza economica come la Russia, che decide di invadere uno stato e di prendersene possesso, mentre tutti gli altri prostestano e minacciano sanzioni che non avranno alcun esito sul piano del diritto. Si rischia la terza guerra mondiale se si interviene e si risponde all'invasione, questo è chiaro.

Oltre ad aumentare il prezzo di petrolio e gas, la conseguenza sul piano delle quotazioni del mondo dell'arte sarà difficile da prevedere. Una di queste conseguenze sarà quella di spaventare i collezionisti di quella parte del mondo che rischia di diventare un teatro di morte e disperazione. L'arte viene spesso distrutta con le guerre.

La pace tanto auspicata da Papa Francesco, non trova sempre terreno fertile e sembra che quanto auspicava Marinetti nel suo manifesto futurista (la guerra), sia quanto di più attuale si possa credere.

Se non conoscete il manifesto futurista, ve lo posto qui sotto per capire cosa passava per la sua testa, e capirete che i guerrafondai sono sempre incinta, purtroppo.
Non condivido la guerra, così come non condivido il movimento futurista e i suoi artisti. Purtroppo la storia e tutte le tragedie delle guerre sembrano non insegnare nulla a chi comanda il mondo.


Buona lettura.
«Manifesto del futurismo, così come riportato in F. T. Marinetti, 1914, pp. 6-10

   Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
   Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
   La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
   Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
   Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
   Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.
   Non v'è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
   Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!.. Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.
   Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
   Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria.
   Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aereoplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il « Futurismo », perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiquarii. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl’innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli.

Musei: cimiteri!... Identici, veramente, per la sinistra promiscuità di tanti corpi che non si conoscono. Musei: dormitorî pubblici in cui si riposa per sempre accanto ad esseri odiati o ignoti! Musei: assurdi macelli di pittori e scultori che vanno trucidando si (sic) ferocemente a colpi di colori e di linee, lungo le pareti contese!

Che ci si vada in pellegrinaggio, una volta all’anno, come si va al Camposanto nel giorno dei morti.... velo concedo. Che una volta all’anno sia deposto un omaggio di fiori davanti alla Gioconda, ve lo concedo.... Ma non ammetto che si conducano quotidianamente a passeggio per i musei le nostre tristezze, il nostro fragile coraggio, la nostra morbosa inquietudine. Perché volersi avvelenare? Perché volere imputridire?

E che mai si può vedere, in un vecchio quadro, se non la faticosa contorsione dell’artista, che si sforzò di infrangere le insuperabili barriere opposte al desiderio di esprimere interamente il suo sogno?... Ammirare un quadro antico equivale a versare la nostra sensibilità in un’urna funeraria, invece di proiettarla lontano, in violenti getti di creazione e di azione.

Volete dunque sprecare tutte le vostre forze migliori, in questa eterna ed inutile ammirazione del passato, da cui uscite fatalmente esausti, diminuiti e calpesti?

In verità io vi dichiaro che la frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie (cimiteri di sforzi vani, calvarii di sogni crocifissi, registri di slanci troncati!...) è, per gli artisti, altrettanto dannosa che la tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volontà ambiziosa. Per i moribondi, per gl’infermi, pei prigionieri, sia pure: — l’ammirabile passato è forse un balsamo ai loro mali, poichè per essi l’avvenire è sbarrato.... Ma noi non vogliamo più saperne, del passato, noi, giovani e forti futuristi!

E vengano dunque, gli allegri incendiarii dalle dita carbonizzate! Eccoli! Eccoli!... Suvvia! date fuoco agli scaffali delle biblioteche!... Sviate il corso dei canali, per inondare i musei!... Oh, la gioia di veder galleggiare alla deriva, lacere e stinte su quelle acque, le vecchie tele gloriose!... Impugnate i picconi, le scuri, i martelli e demolite, demolite senza pietà le città venerate!

I più anziani fra noi, hanno trent’anni: ci rimane dunque almeno un decennio, per compier l’opera nostra. Quando avremo quarant’anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. — Noi lo desideriamo!

Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, già promesse alle catacombe delle biblioteche.

Ma noi non saremo là.... Essi ci troveranno alfine — una notte d’inverno — in aperta campagna, sotto una triste tettoia tamburellata da una pioggia monotona, e ci vedranno accoccolati accanto ai nostri aeroplani trepidanti e nell’atto di scaldarci le mani al fuocherello meschino che daranno i nostri libri d’oggi fiammeggiando sotto il volo delle nostre immagini.

Essi tumultueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instancabile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un'odio tanto più implacabile inquantochè i loro cuori saranno ebbri di amore e di ammirazione per noi.

La forte e sana Ingiustizia scoppierà radiosa nei loro occhi. — L’arte, infatti, non può essere che violenza, crudeltà ed ingiustizia.

I più anziani fra noi hanno trent’anni: eppure, noi abbiamo già sperperati tesori, mille tesori di forza, di amore, d’audacia, d’astuzia e di rude volontà; li abbiamo gettati via impazientemente, in furia, senza contare, senza mai esitare, senza riposarci mai, a perdifiato.... Guardateci! Non siamo ancora spossati! I nostri cuori non sentono alcuna stanchezza, poichè sono nutriti di fuoco, di odio e di velocità!... Ve ne stupite?... È logico, poichè voi non vi ricordate nemmeno di aver vissuto! Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!

Ci opponete delle obiezioni?... Basta! Basta! Le conosciamo.... Abbiamo capito!... La nostra bella e mendace intelligenza ci afferma che noi siamo il riassunto e il prolungamento degli avi nostri. — Forse!... Sia pure!.... Ma che importa? Non vogliamo intendere!... Guai a chi ci ripeterà queste parole infami!..

Alzate la testa!..

.

Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!...»
(Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto del Futurismo, poi pubblicato in lingua francese sul quotidiano Le Figaro il 20 febbraio 1909, con titolo Manifeste du Futurisme.)


Ultima modifica di Notaio il Gio 24 Feb 2022, 22:41 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da gerardo Gio 24 Feb 2022, 18:38

Cosa passi per la testa di un leader politico,dici?
Secondo il coglionazzo,L'Ucraina non è mai esistita,è stata una pura invenzione di Lenin.
D'altronde c'è chi afferma che la shoa è frutto della mente malata degli ebrei!!!!!
Putin ha sempre considerato l'Ucraina territorio russo,anche perchè c'è tanto gas e tanto grano.
Si sente piu' parlare di quei quattro sassi della Cecenia?
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Messaggio Da Notaio Ven 25 Feb 2022, 08:16

Bell'articolo che spiega cosa sta succedendo e richiama anche ad un quadro a cui lui si ispira per giustificare il suo operato.

https://www.corriere.it/esteri/22_febbraio_24/nella-mente-putin-cosa-l-ha-spinto-una-scommessa-tanto-pericolosa-fabc8138-95ab-11ec-ae45-371c99bdba95.shtml
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