E' iniziato il restauro dell'Allegoria dell'inclinazione di Artemisia Gentileschi nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze
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E' iniziato il restauro dell'Allegoria dell'inclinazione di Artemisia Gentileschi nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze
Se andate a Firenze, potete andare a visionare dal vivo quest'opera di Artemisia Gentileschi, il cui restauro è appena iniziato e si concluderà nel'aprile del 2023.
L'Allegoria dell'inclinazione è un dipinto a olio su tela (152x61 cm) di Artemisia Gentileschi, conservato nel soffitto della Galleria di Casa Buonarroti, a Firenze, in via Ghibellina 70.
Artemisia Gentileschi
(Roma, 1593 – Napoli, 1652/1653)
Allegoria dell'inclinazione
circa 1615-1616 tela, 152 × 61 cm inv. 241
Nella casa-museo di Firenze, dedicata alla memoria di Michelangelo, si dà inizio al restauro dell’Allegoria dell’inclinazione (1616) di Artemisia Gentileschi, una delle prime opere fiorentine dell’artista. Dall’ottobre del 2022 all’aprile del 2023, l’opera ora rimossa dal soffitto della ‘Galleria’ del museo, verrà restaurata in pubblico, direttamente nel Museo di Casa Buonarroti (Via Ghibellina, 70). La figura femminile di Artemisia, che ritrae “l’inclinazione a creare arte” era originariamente nuda ed è stata censurata, intorno al 1680, con l’aggiunta di drappeggi e veli.
https://portalegiovani.comune.fi.it/urlnews/webzine/43539.html
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Questa è la descrizione presente su sito della casa Buonarroti,
Artemisia, celebre figlia del grande pittore Orazio Gentileschi, partecipò alla decorazione della Galleria dipingendo un pannello con la personificazione dell’“Inclinazione”.
La tela fa parte delle allegorie che accompagnano, nel soffitto di questa sala, alcuni episodi della vita di Michelangelo. La Gentileschi era giunta a Firenze da Roma nel 1613, quando non si era ancora placato il clamore della violenza da lei subita a opera del pittore Agostino Tassi e del conseguente processo per stupro (1612).
Il dipinto di Artemisia fu uno dei primi della sala a essere commissionato, e già nel 1615 la pittrice riceveva un acconto di una certa entità. Michelangelo il Giovane nutriva una speciale simpatia per Artemisia, la cui opera fu pagata più del triplo delle altre della serie; probabilmente la generosità del committente era provocata dalle precarie condizioni economiche della pittrice, ormai sposata con Pietro Antonio Stiattesi e in stato di avanzata gravidanza. In una lettera conservata nell’Archivio Buonarroti, Artemisia si rivolge al suo committente con il termine di “compare”, che lascia intendere una consuetudine ancora da chiarire.
Resta documentazione di alcuni piccoli prestiti fatti all’artista da Michelangelo il Giovane, che infatti la registra tra i suoi debitori.
La figura femminile, che si è meritata la felice definizione di “nudo luminoso e carnale” (Cropper), tiene in mano una bussola, mentre sembra farle da guida una stella che brilla nel cielo azzurro.
Secondo la Descrizione buonarrotiana, due piccole carrucole, oggi non più visibili, erano poste ai piedi della giovane. L’opera, eseguita dopo gli intensi anni trascorsi nella Roma del Caravaggio, spicca per il suo naturalismo fra le tele della serie: la bella donna, seducente allegoria che sfiora dall’alto il visitatore col suo sguardo sereno, era stata dipinta completamente nuda. Qualche decennio più tardi, un discendente di Michelangelo il Giovane fece ricoprire dal Volterrano la figura con un moralistico panneggio.
https://www.casabuonarroti.it/museo/collezioni/altre-opere/l-inclinazione/
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Questa è la descrizione presente su wikipedia
Il dipinto – commissionato nel 1615-16 da Michelangelo Buonarroti il giovane (1568-1646), nipote del celebre artista fiorentino – raffigura una giovane donna nuda, che regge con ambo le mani una bussola, sospesa in aria, su una coltre di nubi celesti, mentre una piccola stella luminosa brilla in fronte al viso incorniciato da biondi capelli che sembrano voler ribellarsi a una sin troppo elaborata acconciatura.
Rappresenta l'allegoria della Inclinazione ovvero del talento naturale, la predisposizione per un'arte. Le fattezze della giovane, ricordano i tratti somatici di alcuni ritratti (come l'incisione di Jérome David) e presunti autoritratti della pittrice.
Così ne parla Alexandra Lapierre nel suo romanzo su Artemisia:
«[...] nel chiederle un dipinto per uno dei cassettoni del soffitto, ne aveva formulato chiaramente il programma iconografico: voleva che rappresentasse una giovane donna che abbia del ardito, che fosse svestita e incarnasse l'Allegoria dell'inclinazione, l'allegoria di tutte le propensioni artistiche del divino Michelangelo. Con una libertà sconcertante, Artemisia aveva raffigurato sé stessa, completamente nuda. Oggetto del desiderio degli uomini ed oggetto dei propri dipinti, rivendicava contemporaneamente in quest'opera la bellezza del proprio corpo e il genio del suo pennello.»
Attraverso l'allegoria, Artemisia Gentileschi, allora ventiduenne, avrebbe dunque celebrato anche la propria inclinazione artistica. Vero o falso che sia proporre una identificazione così stretta della giovane donna della tela con la figura di Artemisia, è indubbio che il dipinto doveva avere una carica di conturbante sensualità; carica che oggi si può solo immaginare, avendo Lionardo Buonarroti, nipote del committente, ordinato a Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, l'esecuzione dei drappeggi moralistici che ne coprono le nudità (intorno al 1684).
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L'analisi di questa opera più interessante e completa è quella che segue:
https://www.arteworld.it/allegoria-dell-inclinazione-artemisia-gentileschi-analisi/
L'Allegoria dell'inclinazione è un dipinto a olio su tela (152x61 cm) di Artemisia Gentileschi, conservato nel soffitto della Galleria di Casa Buonarroti, a Firenze, in via Ghibellina 70.
Artemisia Gentileschi
(Roma, 1593 – Napoli, 1652/1653)
Allegoria dell'inclinazione
circa 1615-1616 tela, 152 × 61 cm inv. 241
Nella casa-museo di Firenze, dedicata alla memoria di Michelangelo, si dà inizio al restauro dell’Allegoria dell’inclinazione (1616) di Artemisia Gentileschi, una delle prime opere fiorentine dell’artista. Dall’ottobre del 2022 all’aprile del 2023, l’opera ora rimossa dal soffitto della ‘Galleria’ del museo, verrà restaurata in pubblico, direttamente nel Museo di Casa Buonarroti (Via Ghibellina, 70). La figura femminile di Artemisia, che ritrae “l’inclinazione a creare arte” era originariamente nuda ed è stata censurata, intorno al 1680, con l’aggiunta di drappeggi e veli.
https://portalegiovani.comune.fi.it/urlnews/webzine/43539.html
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Questa è la descrizione presente su sito della casa Buonarroti,
Artemisia, celebre figlia del grande pittore Orazio Gentileschi, partecipò alla decorazione della Galleria dipingendo un pannello con la personificazione dell’“Inclinazione”.
La tela fa parte delle allegorie che accompagnano, nel soffitto di questa sala, alcuni episodi della vita di Michelangelo. La Gentileschi era giunta a Firenze da Roma nel 1613, quando non si era ancora placato il clamore della violenza da lei subita a opera del pittore Agostino Tassi e del conseguente processo per stupro (1612).
Il dipinto di Artemisia fu uno dei primi della sala a essere commissionato, e già nel 1615 la pittrice riceveva un acconto di una certa entità. Michelangelo il Giovane nutriva una speciale simpatia per Artemisia, la cui opera fu pagata più del triplo delle altre della serie; probabilmente la generosità del committente era provocata dalle precarie condizioni economiche della pittrice, ormai sposata con Pietro Antonio Stiattesi e in stato di avanzata gravidanza. In una lettera conservata nell’Archivio Buonarroti, Artemisia si rivolge al suo committente con il termine di “compare”, che lascia intendere una consuetudine ancora da chiarire.
Resta documentazione di alcuni piccoli prestiti fatti all’artista da Michelangelo il Giovane, che infatti la registra tra i suoi debitori.
La figura femminile, che si è meritata la felice definizione di “nudo luminoso e carnale” (Cropper), tiene in mano una bussola, mentre sembra farle da guida una stella che brilla nel cielo azzurro.
Secondo la Descrizione buonarrotiana, due piccole carrucole, oggi non più visibili, erano poste ai piedi della giovane. L’opera, eseguita dopo gli intensi anni trascorsi nella Roma del Caravaggio, spicca per il suo naturalismo fra le tele della serie: la bella donna, seducente allegoria che sfiora dall’alto il visitatore col suo sguardo sereno, era stata dipinta completamente nuda. Qualche decennio più tardi, un discendente di Michelangelo il Giovane fece ricoprire dal Volterrano la figura con un moralistico panneggio.
https://www.casabuonarroti.it/museo/collezioni/altre-opere/l-inclinazione/
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Questa è la descrizione presente su wikipedia
Il dipinto – commissionato nel 1615-16 da Michelangelo Buonarroti il giovane (1568-1646), nipote del celebre artista fiorentino – raffigura una giovane donna nuda, che regge con ambo le mani una bussola, sospesa in aria, su una coltre di nubi celesti, mentre una piccola stella luminosa brilla in fronte al viso incorniciato da biondi capelli che sembrano voler ribellarsi a una sin troppo elaborata acconciatura.
Rappresenta l'allegoria della Inclinazione ovvero del talento naturale, la predisposizione per un'arte. Le fattezze della giovane, ricordano i tratti somatici di alcuni ritratti (come l'incisione di Jérome David) e presunti autoritratti della pittrice.
Così ne parla Alexandra Lapierre nel suo romanzo su Artemisia:
«[...] nel chiederle un dipinto per uno dei cassettoni del soffitto, ne aveva formulato chiaramente il programma iconografico: voleva che rappresentasse una giovane donna che abbia del ardito, che fosse svestita e incarnasse l'Allegoria dell'inclinazione, l'allegoria di tutte le propensioni artistiche del divino Michelangelo. Con una libertà sconcertante, Artemisia aveva raffigurato sé stessa, completamente nuda. Oggetto del desiderio degli uomini ed oggetto dei propri dipinti, rivendicava contemporaneamente in quest'opera la bellezza del proprio corpo e il genio del suo pennello.»
Attraverso l'allegoria, Artemisia Gentileschi, allora ventiduenne, avrebbe dunque celebrato anche la propria inclinazione artistica. Vero o falso che sia proporre una identificazione così stretta della giovane donna della tela con la figura di Artemisia, è indubbio che il dipinto doveva avere una carica di conturbante sensualità; carica che oggi si può solo immaginare, avendo Lionardo Buonarroti, nipote del committente, ordinato a Baldassarre Franceschini, detto il Volterrano, l'esecuzione dei drappeggi moralistici che ne coprono le nudità (intorno al 1684).
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L'analisi di questa opera più interessante e completa è quella che segue:
https://www.arteworld.it/allegoria-dell-inclinazione-artemisia-gentileschi-analisi/
Re: E' iniziato il restauro dell'Allegoria dell'inclinazione di Artemisia Gentileschi nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze
Non conosco quest’opera! Davvero molto bella.
ciccina783- Messaggi : 538
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