crowdfunding picasso
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crowdfunding picasso
http://www.artslife.com/2018/04/29/picasso-qoqa-crowdfunding/
non so se era stato gia trattato questo argomento! ma mi sembra di notevole interesse
non so se era stato gia trattato questo argomento! ma mi sembra di notevole interesse
salvo- Messaggi : 1606
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Re: crowdfunding picasso
Forse ne abbiamo parlato a voce con riferimento ai fondi comuni di investimento in arte, ma non scritto.
Posto l'articolo non si sa mai che lo cancellino.
In soli 3 giorni 25mila compratori si sono aggiudicati Buste de mousquetaire di Pablo Picasso, dipinto del 1968 messo in vendita online dal sito di vendite svizzero QoQa.
Come fare in tempi di crisi a trovare 2 milioni di franchi – più di un milione e mezzo di euro – per “salvare” un’importante opera d’arte dal mercato e renderla disponibile per l’ammirazione pubblica? Ci pensa l’era social, che se a livello di comunicazione si esprime nei notissimi network sempre al centro dell’attenzione, riesce a mobilitare le persone anche per obbiettivi etici collettivi. Si chiama crowdfunfing, o finanziamento dal basso: ed è quello che è sceso in campo per acquistare un dipinto di Pablo Picasso messo in vendita – online, of course – dal sito di vendite svizzero QoQa. 40mila quote da 50 franchi ciascuna, che il soli 3 giorni sono andate a ruba trovando la bellezza di 25mila compratori, trasformatisi in collezionisti di primissimo livello.
Tutto ha inizio a dicembre scorso, quando sul portale appare l’annuncio della vendita di Buste de mousquetaire, opera di 58 per 25 centimetri dipinta dal genio andaluso nel 1968. Ed è direttamente QoQa a pensare di dividere la cifra stabilita in 40mila quote, per renderle accessibili ad un pubblico più largo possibile. Detto, fatto: in 3 giorni circa 25mila acquirenti si contendono i “pezzetti” di tela, divenendo comproprietari dell’opera di uno dei più grandi geni della storia dell’arte con i soldi che avrebbero speso per una pizza. E fra le clausole dell’inedita transazione c’era quella che stabilisce che saranno ora gli stessi proprietari a decidere cosa fare della tela: che avrà la sua prima uscita pubblica al Mamco, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Ginevra, che la ospiterà da aprile fino a ottobre. Con una particolarità: uno spazio interattivo che consentirà ai proprietari di connettersi ai visitatori.
https://www.qoqa.ch/fr
L'idea della multiproprietà in arte non è facile da gestire soprattutto pensando al fatto che le società che gestiscono questi beni si comportano in modo simile ad una assemblea di condominio. Del resto questo finanziamento collettivo genera somme importanti da gestire.
Chi decide come gestire il bene?
Penso che dovranno istituire delle norme di diritto molto simili a quelle di condominio e mi immagino le assemblee per decidere dove esporre l'opera....
Mi piacerebbe un domani essere proprietario di 1/40000 di opera di Caravaggio, o di Waterhouse, o di Hayez, per non parlare di Canaletto, Bernini o Canova. Tutto ciò potrebbe diventare una seria realtà solo se il bene diventasse una sorta di rendita finanziaria affidata ad un trust, con tutti i vantaggi fiscali di questo strumento giuridico.
Questo finanziamento collettivo è sicuramente qualcosa da seguire in futuro per cercare di capire dove andranno a finire questi investimenti e come andranno ad essere rendicontate queste somme capitali.
Se ne parlerà alla prima riunione di condominio.....
Posto l'articolo non si sa mai che lo cancellino.
In soli 3 giorni 25mila compratori si sono aggiudicati Buste de mousquetaire di Pablo Picasso, dipinto del 1968 messo in vendita online dal sito di vendite svizzero QoQa.
Come fare in tempi di crisi a trovare 2 milioni di franchi – più di un milione e mezzo di euro – per “salvare” un’importante opera d’arte dal mercato e renderla disponibile per l’ammirazione pubblica? Ci pensa l’era social, che se a livello di comunicazione si esprime nei notissimi network sempre al centro dell’attenzione, riesce a mobilitare le persone anche per obbiettivi etici collettivi. Si chiama crowdfunfing, o finanziamento dal basso: ed è quello che è sceso in campo per acquistare un dipinto di Pablo Picasso messo in vendita – online, of course – dal sito di vendite svizzero QoQa. 40mila quote da 50 franchi ciascuna, che il soli 3 giorni sono andate a ruba trovando la bellezza di 25mila compratori, trasformatisi in collezionisti di primissimo livello.
Tutto ha inizio a dicembre scorso, quando sul portale appare l’annuncio della vendita di Buste de mousquetaire, opera di 58 per 25 centimetri dipinta dal genio andaluso nel 1968. Ed è direttamente QoQa a pensare di dividere la cifra stabilita in 40mila quote, per renderle accessibili ad un pubblico più largo possibile. Detto, fatto: in 3 giorni circa 25mila acquirenti si contendono i “pezzetti” di tela, divenendo comproprietari dell’opera di uno dei più grandi geni della storia dell’arte con i soldi che avrebbero speso per una pizza. E fra le clausole dell’inedita transazione c’era quella che stabilisce che saranno ora gli stessi proprietari a decidere cosa fare della tela: che avrà la sua prima uscita pubblica al Mamco, il Museo d’arte moderna e contemporanea di Ginevra, che la ospiterà da aprile fino a ottobre. Con una particolarità: uno spazio interattivo che consentirà ai proprietari di connettersi ai visitatori.
https://www.qoqa.ch/fr
L'idea della multiproprietà in arte non è facile da gestire soprattutto pensando al fatto che le società che gestiscono questi beni si comportano in modo simile ad una assemblea di condominio. Del resto questo finanziamento collettivo genera somme importanti da gestire.
Chi decide come gestire il bene?
Penso che dovranno istituire delle norme di diritto molto simili a quelle di condominio e mi immagino le assemblee per decidere dove esporre l'opera....
Mi piacerebbe un domani essere proprietario di 1/40000 di opera di Caravaggio, o di Waterhouse, o di Hayez, per non parlare di Canaletto, Bernini o Canova. Tutto ciò potrebbe diventare una seria realtà solo se il bene diventasse una sorta di rendita finanziaria affidata ad un trust, con tutti i vantaggi fiscali di questo strumento giuridico.
Questo finanziamento collettivo è sicuramente qualcosa da seguire in futuro per cercare di capire dove andranno a finire questi investimenti e come andranno ad essere rendicontate queste somme capitali.
Se ne parlerà alla prima riunione di condominio.....
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