Firenze, novità per palazzo Strozzi.

Ci sono alcune novità per quanto concerne il famoso palazzo Strozzi, il prestigioso luogo dove a luglio ho avuto modo di vedere la mostra dedicata a «Pontormo e Rosso che ha registrato 150mila ingressi.
Vi posto l'articolo tratto dal giornale dell'arte.


Firenze, per Palazzo Strozzi entra in campo la Regione

Firenze Ancora novità sul fronte di Palazzo Strozzi. Lo ha annunciato Lorenzo Bini Smaghi, presidente della Fondazione Palazzo Strozzi, in una conferenza tenuta insieme a James Bradburne sul futuro della Fondazione all’indomani della chiusura della mostra di «Pontormo e Rosso. Le divergenti vie della maniera» che ha registrato 150mila ingressi, il numero più alto dal 2007 al tempo della mostra su Cézanne. Un esito che potrebbe far ben sperare se non vi fossero invecedefezioni sul piano dei finanziamenti che preoccupano la Fondazione che, ricordiamo, basa il suo budget  su una partecipazione divisa equamente tra pubblico, privato e reddito proprio (proventi delle mostre ecc.), secondo un modello nordeuropeo. Si sono inveceritirate del tutto per il prossimo anno, dopo aver già nel 2014 ridotto in maniera consistente i fondi, la Provincia e la Camera di Commercio; ma la Fondazione, che contribuisce non poco all’economia toscana, può ora contare sull’entrata in campo della Regione, oltre ai finanziamenti privati che ancora reggono bene.A fare le spese di questo momento di incertezza è la Strozzina, ovvero lo spazio dedicato all’arte contemporanea, finora diretto da Franziska Nori, che però ha appena vinto la selezione per dirigere il Frankfurter Kunstverein a Francoforte, fra i principali centri espositivi tedeschi dedicati al contemporaneo: una nomina di cui la Fondazione va comunque fiera essendo stata proprio l’esperienza maturata in questi anni a Firenze a permettere alla Nori di assumere una carica così prestigiosa sul piano internazionale.Franziska non sarà per ora sostituita, né verrà inaugurata la mostra «Senza coraggio non c’è sfida», su quindici artisti spagnoli contemporanei a cura della stesso Nori e di Rosa Pera,  che era stata programmata dal 3 ottobre al 25 gennaio 2015 per svolgersi in contemporaneo a quella su «Picasso e la modernità spagnola» al primo piano. La Strozzina continuerà a svolgere altre attività, grazie allo staff lasciato dalla Nori, ma le mostre riprenderanno solo a  marzo 2015. Bini Smaghi spiega come sia necessario, in questo momento, mantenere la solidità del patrimonio, organizzare in modo più modulare le attività; ma assicura, insieme a Bradburne, che il contemporaneo è tra gli obiettivo statutari della Fondazione e per questo non scomparirà da Palazzo Strozzi, potrà anzi godere di collaborazioni con il Pecci di Prato, e perfino di maggiori spazi qualora si arrivasse a recuperare quelli occupati al pianterreno dal Gabinetto Vieusseux (resta però qui aperta la solita questione: dove andrebbe a finire il Vieusseux, con che fondi sarebbe compiuto il suo «trasloco»?). Lo stand by sulla scelta del direttore della Strozzina è legata alla necessità di riflettere sul modello organizzativo. In generale «Palazzo Strozzi, afferma Bini Smaghi, si è affermato in questi anni come modello di governance museografica» tanto che anche dall’estero, l’École du Louvre ad esempio, hanno chiesto di svolgere seminari sull’istituzione fiorentina. A chi rivolge domande a Bradburne sul suo futuro, il direttore della Fondazione, in carica fino a maggio 2015, risponde con molta serenità di esser soddisfatto del suo operato fino ad oggi: «Se andassi via e qualcosa cambiasse allora sarebbe una sconfitta. Ma se la squadra va avanti significa che abbiamo lavorato bene. Compito di un direttore è far crescere altri».