Bergamo: sequestrate a imprenditore opere d'arte per 25 milioni. Si fingeva collezionista per pagare meno tasse: dipinti di Hayez e Canaletto sequestrati.
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Bergamo: sequestrate a imprenditore opere d'arte per 25 milioni. Si fingeva collezionista per pagare meno tasse: dipinti di Hayez e Canaletto sequestrati.
Si fingeva un collezionista per risparmiare sulla "voluntary disclosure" (strumento del fisco per regolarizzare la posizione fiscale dei contribuenti sui patrimoni all'estero): è finito agli arresti domiciliari un imprenditore di Bergamo per aver dato 11 milioni di euro una prestanome per cedere una parte delle sue opere d'arte. Oltre a beni per 25 milioni di euro, gli sono stati sequestrati anche diversi dipinti (77) di artisti noti come Hayez, Canaletto e Fontana. L'uomo rischierebbe una condanna fino a sei anni per false attestazioni.
C'è anche una delle quattro versioni del Bacio, il capolavoro di Francesco Hayez, tra le opere d'arte sequestrate dalla Guardia di finanza a un imprenditore bergamasco nel corso di un’indagine su presunte irregolarità fiscali nell’emersione di capitali all’estero che ha portato al sequestro di beni artistici, per motivi compensativi della cifra non versate, del valore di 25 milioni di euro.
Autoriciclaggio e false attestazioni nell`ambito della voluntary disclosure: queste le accuse mosse all'uomo, finito ai domiciliari.
I sospetti degli inquirenti sono nati quando l`imprenditore, dopo pochi giorni dall`avvio di una verifica fiscale nell`ottobre 2015, ha deciso di ricorrere alla voluntary, per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d`arte.
L`indagine - coordinata dalla Procura di Bergamo e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze - ha consentito di raccogliere una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni, fattispecie che la legge punisce con la reclusione fino a sei anni. In base all`ipotesi accusatoria, l'uomo si sarebbe definito un collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo la sua reale posizione di imprenditore nel settore delle opere d`arte, agendo anche attraverso società nazionali ed estere per commercializzare sculture e dipinti d`autore.
L`uomo deve anche rispondere del reato di autoriciclaggio, per aver ceduto a una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, parte delle opere, a un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, mettendole a disposizione la provvista necessaria all`acquisto. La condotta incriminata sarebbe avvenuta grazie ad una serie di operazioni societarie poste in essere per ostacolare l`identificazione e la provenienza dei preziosi beni.
L`autorità giudiziaria ha così sequestrato i beni oggetto di rimpatrio: 77 pezzi tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez, Bruegel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini, nonchè il sequestro per equivalente di ulteriori beni e disponibilità, fino alla concorrenza di 11 milioni di euro, ossia il profitto del reato di autoriciclaggio contestato, motivo per il quale i finanzieri hanno bloccato i conti correnti dell`imprenditore e cautelato ulteriori 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro, Baschenis.
C'è anche una delle quattro versioni del Bacio, il capolavoro di Francesco Hayez, tra le opere d'arte sequestrate dalla Guardia di finanza a un imprenditore bergamasco nel corso di un’indagine su presunte irregolarità fiscali nell’emersione di capitali all’estero che ha portato al sequestro di beni artistici, per motivi compensativi della cifra non versate, del valore di 25 milioni di euro.
Autoriciclaggio e false attestazioni nell`ambito della voluntary disclosure: queste le accuse mosse all'uomo, finito ai domiciliari.
I sospetti degli inquirenti sono nati quando l`imprenditore, dopo pochi giorni dall`avvio di una verifica fiscale nell`ottobre 2015, ha deciso di ricorrere alla voluntary, per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d`arte.
L`indagine - coordinata dalla Procura di Bergamo e condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze - ha consentito di raccogliere una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni, fattispecie che la legge punisce con la reclusione fino a sei anni. In base all`ipotesi accusatoria, l'uomo si sarebbe definito un collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo la sua reale posizione di imprenditore nel settore delle opere d`arte, agendo anche attraverso società nazionali ed estere per commercializzare sculture e dipinti d`autore.
L`uomo deve anche rispondere del reato di autoriciclaggio, per aver ceduto a una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, parte delle opere, a un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, mettendole a disposizione la provvista necessaria all`acquisto. La condotta incriminata sarebbe avvenuta grazie ad una serie di operazioni societarie poste in essere per ostacolare l`identificazione e la provenienza dei preziosi beni.
L`autorità giudiziaria ha così sequestrato i beni oggetto di rimpatrio: 77 pezzi tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez, Bruegel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini, nonchè il sequestro per equivalente di ulteriori beni e disponibilità, fino alla concorrenza di 11 milioni di euro, ossia il profitto del reato di autoriciclaggio contestato, motivo per il quale i finanzieri hanno bloccato i conti correnti dell`imprenditore e cautelato ulteriori 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro, Baschenis.
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