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Opera internazionale del mese di settembre 2016; Peter Paul Rubens 1577-1640

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Messaggio Da Notaio Dom 11 Set 2016, 23:48

L'opera internazionale del mese di settembre 2016 è di Peter Paul Rubens.  Si intitola Lot e le figlie (realizzato tra il 1613 e 1614) fino al 7 luglio 2016 era uno dei più importanti dipinti del maestro ancora  in mani private. L’opera non è stata esposta al pubblico per oltre un secolo e misura oltre due metri di larghezza.

La casa d’aste Christie’s ha avuto in consegna questo capolavoro che apparteneva agli eredi del barone Maurice de Hirsch Gereuth, e il 7 luglio 2016 è stata presentata con stima a richiesta.


Opera internazionale del mese di settembre 2016; Peter Paul Rubens 1577-1640 Lot_e_10


I dettagli della vicenda del possesso e vendita di questo quadro sono molto interessanti.

Quando Peter Paul Rubens (1577-1640) ha dipinto Lot e le figlie era già uno dei pittori più importanti di Anversa e anche a livello europeo.  E’ stato durante questo periodo che Rubens ha prodotto alcune delle sue opere più famose, incluse due monumentali pale d’altare: “L’innalzamento della Croce” commissionata nel 1610 per la chiesa di St Walburga e “La deposizione” dipinta per la cattedrale di Anversa tra il 1611 e il 1614. Oltre a queste commissioni pubbliche, ne ha avute molte anche private spesso di soggetto religioso, come in questo caso. L’episodio del dipinto che andrà in asta quest’estate è tratto dall’Antico Testamento ed è stato un soggetto molto amato dagli artisti del Nord Europa fin dal Rinascimento.

La provenienza di Lot e le figlie è illustre: il suo primo proprietario è stato il mercante di Anversa Balthazar Courtois, che morì nel 1668 lasciando traccia del dipinto nell’inventario delle sue proprietà.  Non si può stabilire se sia stato Courtois a commissionare la tela, ma si sa con certezza che era esposta nella sua casa di Anversa anche grazie a un dipinto attribuito a Frans Francken II (1581-1642) e Cornelis de Vos (1584/85-1651) dove si vede con chiarezza appesa sopra il caminetto nota anche come “Il salone di  Rubens’.

Eccovi il quadro dove si vede la tela in questione

Frans Francken II (1581-1642) and attributed to Cornelis de Vos (1584/5-1651), Interior Scene, also called ‘Ruben’s Salon’, circa 1625039. Oil on panel. Natoinalmuseum Stockholm
Opera internazionale del mese di settembre 2016; Peter Paul Rubens 1577-1640 Frans-10

La tela ha cambiato proprietario in poche occasioni: nel 1668 è stato ereditato dal figlio di Courtois, Jan Baptist, poi è finito nella collezione del mercante Ghisbert van Colen. Nel 1706 è stato donato a John Churchill, Primo Duca di Marlborough (1650-1722) da Giuseppe I d’Asburgo (1678 –  1711) Imperatore del Sacro Romano Impero.

L’opera è rimasta nella collezione Marlborough per almeno un secolo, fino a quando è stata acquistata dal filantropo e collezionista Maurice de Hirsch de Gereuth (1831-1896). I suoi eredi l’hanno affidata alla casa d’aste per la vendita.

L’attuale record d’asta di Peter Paul Rubens risale al luglio del 2002 quando “La strage degli innocenti” è stato venduto da Sotheby’s a Londra per 49,5 milioni di sterline. L’olio, del 1608 – 1609 e di 142 x 182 cm, era stato aggiudicato a un prezzo di quasi dieci volte superiore la stima in catalogo.

UNA VENDITA ECCEZIONALE
Lo scorso 7 luglio, alla Evening sale dell’asta di Old Master & British Paintings di Christie’s, è stato venduto per 44,882,500 sterline.

Molti fattori hanno contribuito a questo successo, il primo dei quali è evidentemente la rarità. Il quadro era, e forse lo è ancora, tra gli ultimi dell’artista fiammingo ancora in mani private – la maggior parte degli altri, infatti, è custodita all’interno di cattedrali o musei. Oltre all’autografia particolarmente prestigiosa, ha certamente convinto l’alta qualità dell’esecuzione pittorica di un maestro che –al contrario di quello che è avvenuto in questo caso – nella sua piena maturità spesso si affidava alla propria bottega con esiti non sempre all’altezza.

LA STORIA DEL DIPINTO
Ma sono la ricchezza del dipinto, il lusso sfrenato che in esso è profuso a colpire l’attenzione. Lot è mollemente appoggiato su sontuose stoffe, le stesse che i mercanti olandesi vendevano in tutto il mondo, ma ha le piante dei piedi sporchi per la lunga camminata, come se fosse in un quadro di Caravaggio; la sua figura massiccia è ispirata alle sculture di Ercole e il corpo florido e nudo di una delle figlie in primo piano testimonia il soggiorno di Rubens in Italia di qualche anno prima. È il meglio dell’arte fiamminga con un profumo di quella italiana, cioè un mix degli artisti e dei periodi che più di tutti oggi sono celebrati e pertanto desiderabili.
Hanno certamente pesato la provenienza e la storia collezionistica. In principio, la tela apparteneva al mercante Balthazar Courtois di Anversa, che forse l’aveva proprio commissionata; nei primi anni del Settecento fu trasferita a Monaco nella dimora di Massimiliano II di Baviera e successivamente in quella dell’imperatore Giuseppe I d’Asburgo; qualche tempo dopo la si ritrova a Londra dai duchi di Marlborough, che la tengono in biblioteca per più di un secolo per poi venderla al barone francese Maurice de Hirsch de Gereuth; tra il 1904 e il 1905 la famiglia cerca di alienare il quadro in asta, senza successo.

UNA TELA CONTROVERSA
Il soggetto del dipinto è tra i più licenziosi, ambigui, controversi, e dunque politici, del Vecchio Testamento, e anche questo ha eccitato i potenziali compratori. Lot, nipote di Abramo, si era stabilito a Sodoma dopo una lunga marcia verso la Terra Promessa. Quando Dio decise di distruggere la città, avvertì Lot mandandogli due angeli; per proteggere dai desideri degli abitanti di Sodoma le creature divine, Lot offrì in cambio ai Sodomiti le sue stesse figlie che furono però salvate in extremis, in modo da poter concepire due figli con il padre, facendolo ubriacare in una caverna, una notte dopo l’altra, mentre erano tutti in fuga dalla città che andava in rovina. Il dipinto, su cui è stata fatta una campagna di marketing formidabile, è stato proposto in catalogo senza rendere pubblica la stima, ma pare che la richiesta si aggirasse intorno ai 20 milioni di sterline.


Durante l’asta, nelle ultime battute, sono stati in competizione tre compratori: il mercante d’arte antica con sede a New York e Parigi Bob Haboldt, un cliente al telefono di Rebecca Wei, presidente di Christie’s Asia con sede a Hong Kong, e uno a quello di Francis Outred, capo del dipartimento di arte moderna e contemporanea. Asia contro Europa, compratori d’arte antica contro compratori d’arte contemporanea, collezionisti tradizionali contro fondi di investimento. Come ha sottolineato su Instagram Brett Gorvy, presidente del dipartimento di arte contemporanea di Christie’s: “Dopo una straordinaria battaglia di quasi 15 minuti tra diversi bidders al telefono e un valoroso dealer che rappresentava un compratore europeo seduto in sala, Lot e le sue figlie è stato venduto a Francis Outred, capo del dipartimento di arte contemporanea, per 44.882.500, due volte la sua stima!”.


Forse il cliente anonimo che l’ha comprato, e che ha acquistato altre opere della stessa asta, è connesso al mondo dell’arte contemporanea? Forse i collezionisti d’arte contemporanea, saturi di arte per forza emergente, sono nuovamente alla ricerca di opere straordinarie che abbiano scandito la storia dell’arte antica e che possono acquisire allo stesso prezzo di un buon Bacon, di un buon Basquiat? Forse, più semplicemente, la finanza scivola indifferentemente tra un mondo e l’altro? Sarà che i musei hanno ricominciato a comprare? In ogni modo è l’interpretazione contemporanea, il gusto attuale quello che valorizza l’arte antica.
Il record dell’artista rimane comunque nella mani di Sotheby’s, grazie alla vendita del 2002 del Massacro degli Innocenti (49.506.648 sterline). Con orgoglio, tuttavia, Jussi Pylkkänen, il notissimo banditore principale di Christie’s che, dati i tempi, pensava che l’opera si sarebbe fermata a 32 milioni, ha commentato: “Questo risultato mostra che quando l’immagine giusta arriva all’asta, può fare un c**** di prezzo!”. L’immagine, non il quadro.

Una storiella interessante.....non vi pare... Very Happy
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